Europa Ore 7

Le elezioni americane viste dall'Ue

L'Unione Europea ha proposto al futuro presidente americano un “new deal”, un nuovo patto transatlantico per affrontare insieme le sfide globali, mettendosi alle spalle quattro anni di litigi, contenziosi, divergenze, minacce e guerre commerciali

L'America ha votato e l'Unione Europea ha proposto al futuro presidente americano un “new deal”, un nuovo patto transatlantico per affrontare insieme le sfide globali, mettendosi alle spalle quattro anni di litigi, contenziosi, divergenze, minacce e guerre commerciali. Il problema è che gli europei lo hanno fatto mentre gli elettori americani andavano a votare e non avevano fatto i conti con un trumpismo così duro a morire. Il conteggio delle schede è ancora in corso, i sondaggi si sono sbagliati come nel 2016 e non è ancora chiaro chi ha vinto tra Donald Trump e Joe Biden. Potrebbero volerci ancora molte ore. Forse giorni. Comunque andrà, l'Europa dovrà fare i conti con un'America completamente diversa da quella che sognava. Per chi vuole vivere (o rivivere) le ultime ore di questa pazza notte la diretta del Foglio è ancora in corso.

 

“Vogliamo una partnership transatlantica che funzioni, vogliamo un new deal in questa partnership e siamo pronti a investire nella nostra relazione”, ha detto ieri il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, mentre gli americani andavano ai seggi. Stati Uniti e Unione Europea devono "rispondere insieme ai problemi globali", ha spiegato Maas. Un appello simile è arrivato dal presidente del Parlamento europeo: "Abbiamo bisogno di un nuovo dialogo strategico tra Ue e Usa, che sia all'altezza delle sfide che il mondo globale ci presenta. Serve un rilancio del rapporto transatlantico", ha twittato David Sassoli.

 

L'establishment tedesco punta a un reset delle relazioni con l'America. Le parole di Maas seguono quelle pubblicate su Politico.eu dal ministro tedesco della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer. "Si deve porre fine alle illusioni di autonomia strategica europea. Gli europei non saranno in grado di sostituire il ruolo cruciale dell'America come fornitore di sicurezza", ha spiegato Akk. In un momento di transizione interna - salvo sorprese il regno di Angela Merkel dovrebbe terminare tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022 - la Germania ha fretta di chiudere i contenziosi commerciali con gli Stati Uniti. Ma non tutta l'Europa è disposta a seguire l'appeasement tedesco.

 

La Francia non intende rinunciare alla sua idea di sovranità europea, che dovrebbe fare dell'Ue un attore alla pari degli Usa. “Visto che oggi si svolge un'elezione essenziale negli Usa, non dimentichiamo che c'è una (altra) grande democrazia che cambia le nostre vite e fa avanzare il mondo (clima, protezione dei dati...). Si chiama Europa e sarebbe formidabile se ci fosse lo stesso interesse”, ha scritto ieri su Twitter il ministro francese degli Affari europei, Clément Beaune. "C'è una tentazione europea che è di credere che se vince Biden queste elezioni sono la fine di una parentesi. Ci sono elementi nella politica americana condotta da Trump che sono durevoli", ha aggiunto Beaune in un'intervista televisiva: "Noi europei dobbiamo comprendere che non vivremo mai più nel mondo di prima, quello della guerra fredda, quando vivevamo sotto la protezione americana e una benevolenza sistematica americana nel settore della sicurezza e del commercio. Questo non succederà, chiunque sia il presidente". I leader dell'Ue avranno presto una prima occasione di discutere collettivamente della strategia da seguire dopo le elezioni di ieri: il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha convocato un vertice in videoconferenza il 19 novembre alle 18. Ufficialmente servirà a parlare nuovamente della “risposta europea al Covid”, ha spiegato il portavoce di Michel. Ma è probabile che altri due temi finiscano tra le “varie e eventuali”: gli Stati Uniti e i negoziati Brexit.

 

I governi stoppano il Pe sul 20 per cento di anticipo del Recovery fund - Diversi governi dell'Ue si oppongono alla proposta del Parlamento europeo di raddoppiare l'anticipo del Recovery fund portando il pre-finanziamento dal 10 al 20 per cento. La modifica alla proposta di regolamento sulla Recovery and Resilience Facility chiesta dai principali gruppi politici (Ppe, S&D, Renew e Verdi) consentirebbe all'Italia di ottenere un anticipo di 40 miliardi la prossima estate, contro i 20 miliardi attualmente previsti. Ma anche la Francia e altri paesi entusiasti del Recovery fund temono che la modifica possa riaprire il vaso di pandora dell'accordo raggiunto a luglio. “Se si cambia il tasso di prefinanziamento dobbiamo cambiare il regolamento e si fa un altro giro con le diverse istituzioni, in particolare l'Ecofin”, ci ha detto una fonte di Bercy: “Si corre il rischio di ritardare sia l'approvazione del pacchetto di bilancio sia gli esborsi all'inizio del 2021”. Per la Francia, la priorità è “andare velocemente” e cercare di “mettere rapidamente in opera” il Recovery fund. Interrogata sulla proposta del Parlamento europeo, la Commissione non ha voluto prendere posizione.

 

Gentiloni capisce, ma boccia la proposta del Pe sul Recovery - Durante la conferenza stampa di ieri sera dell'Eurogruppo, abbiamo chiesto a Paolo Gentiloni cosa ne pensi dell'idea di raddoppiare l'anticipo del Recovery fund. “Capisco e apprezzo le intenzioni dietro a questa proposta da parte dei gruppi più importanti al Parlamento, che è di anticipare, di essere tempestivi nel rispondere ai bisogni della ripresa delle nostre economie”, ci ha detto il commissario all'Economia. “Ma il modo migliore per andare in questa direzione è avere un'approvazione rapida” del pacchetto di bilancio “e iniziare il processo di ratifica nazionale che è assolutamente cruciale per avere il Recovery fund”, ha spiegato Gentiloni.

  

Eurogruppo e Ecofin chiedono al Pe di capitolare sul bilancio - I ministri delle Finanze della zona euro hanno aumentato la pressione sul Parlamento europeo, chiedendogli di fatto di rinunciare alla sua richiesta di aumentare i tetti del bilancio 2021-27 per finanziare programmi come la ricerca, Erasmus o la sanità. “Siamo in una nuova fase della crisi sanitaria, che tocca tutti i paesi europei. C'è urgenza assoluta di mettere in opera ciò che è stato deciso questa estate”, ha detto il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire: “Non possiamo permetterci di ritardare gli esborsi dei fondi europei, di cui le nostre economie avranno bisogno per ripartire”. "La Recovery and Resilience Facility deve essere implementata rapidamente", ha detto il ministro tedesco, Olaf Scholz, che ha la presidenza dell'Ecofin. Anche le parti sociali chiedono al Parlamento europeo di arrendersi. Luca Visentini, segretario della confederazione dei sindacati europei, ha lanciato un appello alle istituzioni Ue a “trovare un compromesso molto presto" su Recovery fund e bilancio 2021-27. Stesso messaggio da Markus Beyrer, il direttore generale di BusinessEurope: serve "un rapido accordo". L'Eurogruppo meno pessimista per l'impatto della seconda ondata - I ministri delle Finanze della zona euro ieri hanno promesso di continuare a sostenere l'economia con stimoli fiscali “senza precedenti”, ma di fronte alla seconda ondata sono convinti di essere “meglio preparati a rispondere a questa crisi”, ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe. Ci sono ragioni per pensare che l'impatto” della seconda ondata “sarà inferiore rispetto a primavera”, ma “allo stesso tempo c'è incertezza sulla durata di questa seconda ondata”, ha spiegato il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni. Europa Ore 7 ha parlato con una fonte di Bercy, il ministero francese delle Finanze, che si aspetta “un impatto molto più moderato rispetto a quello del mese di aprile”. La contrazione dovuta alla seconda ondata e al secondo lockdown in Francia dovrebbe essere attorno al 15 per cento, contro il 30 per cento di aprile. La Francia – ha detto la fonte di Bercy – intende comunque spendere al tri 20 miliardi per far fronte alla crisi.

 

L'Esma contro la Germania su Wirecard - L'Esma, l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ieri ha duramente criticato le autorità di sorveglianza tedesche per il loro ruolo nel fallimento di Wirecard. In particolare l'Esma punta il dito contro la mancanza di indipendenza della BaFin dagli istituti finanziari e dal governo, il monitoraggio del mercato da parte della stessa BaFin e di Frep e l'efficacia del sistema di vigilanza sulle informative finanziarie. Il rapporto che chiama in causa il ministro delle Finanze di Berlino si può leggere qui.

 

Il terrorista austriaco che ha attaccato Vienna - E' un ragazzo di 20 anni, nato a Vienna e con la doppia cittadinanza austriaca e nord-macedone, l'autore dell'attacco di lunedì sera. L'incubo “homegrown terrorism” torna in Europa. Il terrorista era già stato condannato a 22 mesi di carcere il 25 aprile 2019 per aver cercato di raggiungere la Siria. Era stato scarcerato anticipatamente nel dicembre dello stesso anno, ma aveva seguito un programma di de-radicalizzazione. Secondo il bilancio della polizia di Vienna, due uomini e due donne sono morti dopo che l'attacco è stato condotto in sei località del centro di Vienna. Inoltre, 22 persone sono rimaste ferite, tra cui un poliziotto. La polizia di Vienna ha spiegato che non è ancora chiaro se un secondo uomo armato sia in fuga, ma che è possibile che sia stata un'azione solitaria. Nell'ambito dell'inchiesta sono state condotte 18 perquisizioni e 14 persone sono state arrestate.

 

Le parole sagge di Kurz - "Il nostro nemico non sono le altre religioni. Il nostro nemico è l'estremismo islamista", ha detto il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, dopo l'attacco terrorista contro Vienna di lunedì sera. "Non permetteremo che raggiungano il loro obiettivo, che è quello di dividere le nostre società tra cristiani e musulmani, tra austriaci e migranti. Questo è uno scontro tra le tante persone che credono nella pace e le poche che vogliono la guerra", ha detto Kurz. L'Austria ha decretato tre giorni di lutto nazionale. La Commissione europea ha messo le bandiere a mezz'asta. “Non cederemo mai al terrorismo o alla violenza”, ha detto la sua presidente Ursula von der Leyen.

 

Il prossimo passo della procedura di infrazione contro BoJo - La Commissione europea minaccia di andare avanti nella procedura di infrazione contro il Regno Unito che potrebbe portare il governo di Boris Johnson davanti alla Corte di giustizia dell'Ue per aver violato l'accordo Brexit con la legge sul mercato interno britannico. “Abbiamo mandato una lettera di messa in mora l'1 ottobre. I britannici avevano fino alla fine del mese per rispondere. Possono confermare che l'Ue non ha ricevuto risposta”, ha detto un portavoce della Commissione: “Stiamo considerando i prossimi passi, incluso un parere motivato”. In una procedura di infrazione Il parere motivato è l'ultimo passo prima di deferire uno stato membro alla Corte di Lussemburgo. In realtà, sia l'Ue sia il Regno Unito sperano di dimenticare questa disputa nell'ambito dell'accordo di libero scambio, che stanno negoziando in vista dell'uscita britannica dal mercato unico e dall'unione doganale.

 

I negoziati Brexit a rilento, Barnier informa i governi - Il capo-negoziatore dell'Ue per la Brexit, Michel Barnier, oggi informerà i rappresentanti degli stati membri sullo stato dei negoziati con il Regno Unito sull'accordo di libero scambio che dovrebbe servire da base per le relazioni post Brexit. Il tempo stringe e i progressi non sono ancora sufficienti per vedere una luce in fondo al tunnel delle trattative. “I negoziati continuano qui a Bruxelles questa settimana. Sono negoziati intensi”, ha detto ieri un portavoce della Commissione. “Non ci siamo ancora. Resta molto lavoro da fare davanti a noi”. Sia Bruxelles sia Londra hanno smentito di aver trovato un'intesa sulla pesca. "Non abbiamo ancora una soluzione", ha spiegato il portavoce della Commissione. "Saremo in grado di fare progressi solo se l'EU accetta la realtà che il Regno Unito ha il diritto di controllare l'accesso alle sue acque alla fine di quest'anno", ha detto un portavoce di Downing Street: "Rimangono divergenze significative tra le nostre posizioni nei settori più difficili".

 

I palazzi del Pe in modalità solidale per il Covid - "Abbiamo deciso di rinnovare alcuni gesti di solidarietà concreta con le città che ci ospitano, ha annunciato ieri il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. "Dal 1 novembre, le cucine del Parlamento europeo a Bruxelles preparano 500 pasti al giorno per le persone bisognose in cooperazione con le associazioni locali. Nelle nostre sedi di Strasburgo e Lussemburgo, 250 pasti al giorno saranno distribuiti ai più bisognosi", ha spiegato Sassoli. "La forza dell'Europa risiede nella sua capacità di agire in modo solidale".

  

EuroNomine - Peter Mueller, uno dei corrispondenti dello Spiegel a Bruxelles, ha annunciato che dal 9 novembre diventerà consulente per la comunicazione e speechwriter della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

 

Accade oggi in Europa

Consiglio: Ecofin (in videoconferenza)

Consiglio: riunione del Coreper

Parlamento europeo: sessione in videoconferenza della plenaria dell'Assemblea parlamentare Euro-Latino Americana (EuroLat)

Eurostat: dati sui prezzi industriali di settembre; stime sulle bancarotte nel trimestre

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