Eder festeggia la vittoria della finale di Euro 2016 contro la Francia (foto LaPresse)

Eder, l'ultimo che ti saresti aspettato

Leo Lombardi
Dopo una carriera di stenti e colpi di testa, Ederzito Antonio Macedo Lopes, punta centrale del Portogallo, ha ribaltato le sorti della finale degli Europei.

Ad Antonio Conte si sarebbe illuminato lo sguardo se gli avessero predetto che un gol di Eder avrebbe assegnato l'Europeo 2016. Ma l'Eder giusto, quello che ha deciso la finale, non è l'ex brasiliano Citadin Martins, divenuto italiano per bisnonni veneti. E', invece, Ederzito Antonio Macedo Lopes, portoghese per retaggio imperiale, figlio della Guinea Bissau. Uno che ha scelto di fare il centravanti e quindi, come tutti gli interpreti di questo ruolo da quelle parti, destinato a una carriera di stenti. Perché in Portogallo può nascere qualsiasi tipo di calciatore, ma non una punta centrale come pallone comanda. Eder non ha fatto eccezione, segnando poco e giocando altrettanto poco, tra infortuni seri (un legamento che salta) e colpi di testa, come quando scompare a fine gennaio 2012. Un modo singolare per rifiutare il trasferimento al West Ham, deciso dall'Academica, allora suo club.

 

Eder ritrova la Premier nel 2015, quando lo Swansea pensa bene di spendere 7 milioni per acquistarlo dal Braga, un affare di cui si pente dopo 13 partite senza un gol. Un rapporto che si inverte nel Lille, dove il portoghese finisce l'ultima stagione in prestito, realizzandone 6 di gol. Nulla di eclatante, ma quanto basta per meritarsi la convocazione all'Europeo, ben sapendo di non poter andare oltre un minutaggio scarso, tanto là davanti c'è Cristiano Ronaldo reinventato centravanti in mancanza di interpreti. Al punto che lo stesso Eder, quando gli chiedono chi sarebbe stato il capocannoniere dell'Europeo, andava di autoironia rispondendo: “Io!”. Questo fino alla finale di Parigi, questo fino all'infortunio di Cristiano Ronaldo. Un'uscita che non gli vale automaticamente l'ingresso, che si verifica a una decina di minuti dal 90'. E nei supplementari ecco l'azione di forza, ecco il tiro tutt'altro che irresistibile, ecco l'intervento goffo del fin lì impeccabile Lloris, ecco la Francia che perde la parola e il Portogallo che piange di gioia, ritrovando ciò che gli era stato tolto in casa dodici anni fa dall'altrettanto sorprendente Grecia. Ecco, soprattutto, la prima rete ufficiale di Eder, appena la quarta di una serie cominciata con un gol all'Italia, prima sconfitta di Conte. L'ultimo che ti saresti aspettato, ma che ha avuto il merito (e la fortuna) di farsi trovare pronto all'appuntamento con il destino.