David De Gea (foto LaPresse)

Il destino beffardo di De Gea

Leo Lombardi
Il portiere spagnolo commette un errore decisivo contro la Croazia e perde il posto dopo una carriera in cui aveva faticato a guadagnare fiducia di tecnici e tifosi

A un giocatore i tifosi sono disposti a perdonare (quasi) tutto, tranne gli errori. Chiedere a David De Gea, passato senza apparenti problemi attraverso uno scandalo a sfondo sessuale emerso alla vigilia dell'Europeo. Un torneo che affrontava finalmente da titolare, dopo anni di sudditanza nei confronti di Casillas, con la porta della Spagna affidata ai suoi 192 centimetri. E' bastato sbagliare una partita (quella contro la Croazia) per ritrovarsi al centro delle critiche. Un destino beffardo, nei confronti di un giocatore per il quale si era mosso lo stesso Ferguson per strapparlo all'Atletico Madrid.

 

Una caduta inaspettata, dopo aver costruito con qualche fatica una buona carriera al Manchester United e dopo essere riuscito a far dimenticare il suo desiderio di tornare in patria, al Real, la scorsa estate. Un desiderio affossato da una documentazione giunta in ritardo in Spagna, come se la trattativa fosse stata condotta da dilettanti e non da due tra i più potenti club al mondo. De Gea è ripartito, ha riconquistato la fiducia di Van Gaal, ha confortato quella di Del Bosque, fino agli sbagli costati il primato nel girone e che hanno portato al confronto negli ottavi con l'Italia. Dove para Buffon che lunedì, come mai avvenuto dal 2004 a oggi, non stringerà la mano all'amico Casillas prima del fischio d'inizio. Lui sì, Gigi, ben saldo sul suo piedistallo.

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