Daniele De Rossi (foto LaPresse)

L'Italia? Male. I nostri pronostici apotropaici

Elpidio Pacifico
Va bene essere patriottici, colorarsi di verde bianco e rosso, rispolverare slogan da mondiale 2006 e piazzare la faccia di Lippi come fosse una sorta di amuleto meno sfigato di quello usato nel 2010. Ma a tutto c’è un limite.

Credo che pure alla Gazzetta si vergognino della griglia di partenza (cioè dei pronostici) fatti per l’Europeo più snobbato che ci sia mai stato. L’hanno messa a pagina 4, addirittura dopo le cavolate di mercato che di solito tirano in piena estate quando non c’è altro da seguire che amichevoli del tipo Valli del Sannio-Napoli. Mettono la Germania in prima fila, e ci sta. Poi dietro la Francia, e siamo tutti d’accordo. Sul Belgio terzo (da qualche anno lo mettono sempre terzo, sarà perché è pieno di giovani e multietnico) iniziamo a dubitare, sulla Spagna quarta concordiamo. Ma ecco che al sesto posto (dopo l’Inghilterra di Hodgson) c’è l’Italia.

 

Ora, va bene essere patriottici, colorarsi di verde bianco e rosso, rispolverare slogan da mondiale 2006 e piazzare la faccia di Lippi come fosse una sorta di amuleto meno sfigato di quello usato nel 2010. Ma a tutto c’è un limite. Come possa una squadra che schiera Pellé e non si sa chi in attacco, Thiago Motta con la maglia numero 10, e si affida all’anziano Buffon come sicurezza ultima e unica, lo sa forse solo la più ignota divinità che sovrintenda all’ordine delle cose. Comunque vedremo, c’è tempo per discutere e annoiarsi (il programma della prima fase è eccitante quanto una tribuna politica anni Settanta programmata alle undici di sera su RaiStoria) e, speriamo, per fare mea culpa. Penso che gli Azzurri non andranno oltre gli ottavi, soprattutto perché salvo poche eccezioni passeranno alla seconda fase tre su quattro, e il parterre propone squadre anni luce distanti dalla nostra per forza, fantasia e bel giuoco. Noi, come quasi sempre, ci affidiamo alla scaramanzia e ai ricorsi storici. Spesso ci va bene.

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