Foto di Lukas S su Unsplash

le trattative

La proposta degli Stati Uniti sui dazi: l'Ue valuta. Possibile proroga della scadenza del 9 luglio

Redazione

Il documento inviato dall'Amministrazione americana include una soglia minima del 10 per cento e maggiori importazioni di gas e materie critiche. Von der Leyen valuta l’intesa, mentre Meloni si dice disposta a pagare il 10 per cento, Macron e Merz premono per trovare un accordo il prima possibile

La partita commerciale tra Unione europea e Stati Uniti è ancora aperta. Ieri, mentre i leader europei erano riuniti nel Consiglio europeo in programma a Bruxelles, è arrivata una nuova proposta americana sui dazi. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto di aver ricevuto un documento che sarebbe in fase di valutazione. "Il nostro messaggio è chiaro: siamo pronti per un accordo. Allo stesso tempo, ci stiamo preparando all'eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente. Tutte le opzioni sono sul tavolo” ha detto, a termine della prima giornata del Consiglio europeo. La proposta sembrerebbe confermare una soglia minima del 10 per cento di dazi sui prodotti europei e l'aumento sostanziale dell'import europeo di gas naturale liquefatto e materie prime critiche, compreso il combustibile nucleare. La Casa Bianca ha poi lasciato intendere che la scadenza della sospensione dei dazi fissata al 9 luglio potrebbe non essere definitiva: “La scadenza potrebbe essere prorogata, ma è una decisione che spetta al presidente”, ha detto la portavoce. Trump, però, continua a esercitare pressioni e dice che "in assenza di un accordo i dazi contro l’Unione europea potrebbero salire fino al 50 per cento". Il segretario al Commercio Howard Lutnick si dice fiducioso su un accordo con l’Ue e sottolinea che l'Europa ha fatto un "lavoro eccellente" dopo un avvio lento.

 

 

Dal fronte europeo emerge da più parti la necessità di raggiungere un accordo. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il premier polacco Donald Tusk hanno rinnovato la piena fiducia nella presidente von der Leyen. Mentre il cancalliere Friedrich Merz ha detto di aver "incoraggiato e sollecitato la presidente della Commissione a raggiungere un rapido accordo con gli americani, dato che rimangono meno di due settimane per farlo. Tuttavia, se non ci sarà un’intesa, l’Unione Europea è pronta e in grado di adottare contromisure”. Anche il presidente francese Emmanuel Macron è stato chiaro: “Il risultato migliore sarebbe dazi zero. Se alla fine la scelta degli americani sarà quella di mantenere il 10 per cento di dazi sulla nostra economia, ci sarà inevitabilmente una compensazione sui beni e prodotti venduti dagli americani nel mercato europeo”. Il presidente francese ha aggiunto che l’accordo deve essere “rapido ma non ad ogni costo”, e che l’Europa punta a “un’intesa equa”.

La premier Giorgia Meloni, che ha recentemente discusso del dossier dazi con Trump nei Paesi Bassi, mantiene una posizione di equilibrio tra Berlino e Parigi. Sostiene la necessità di un’intesa in tempi brevi e si dice disposta a pagare dazi del 10 per cento come gli inglesi – che come ha dichiarato all'Aia – sembra essere una misura sostenibile per l'Ue. 

 

 

Intanto il presidente americano ha firmato un’intesa commerciale con la Cina e prevede di firmarne una anche con l’India. Da Pechino il ministero del Commercio ha comunicato che gli Stati Uniti elimineranno alcune misure restrittive e ha auspicato “uno sviluppo sano, stabile e sostenibile delle relazioni economiche e commerciali”.