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Un sondaggio
Come è cambiata la fiducia di Kyiv negli alleati occidentali
Da Biden a Scholz, quasi tutti i capi di stato e di governo hanno perso punti, l'unica eccezione è Macron. La più apprezzata tra i leader è Ursula von der Leyen, Intanto si registra un'impennata di popolarità per il presidente eletto Donald Trump
Gli Stati Uniti e la Germania sono i paesi che detengono il primato per gli aiuti militari forniti all’Ucraina. Tuttavia, il livello di fiducia degli ucraini nei confronti dei leader politici di questi paesi è crollato nell’ultimo anno. Ad esempio, secondo un sondaggio annuale condotto dall’istituto Info Sapiens per conto del centro analitico ucraino New Europe, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden godeva nel 2023 della fiducia dell’82 per cento degli ucraini. Era il livello di sostegno più alto tra i leader stranieri. Nel 2024, però, solo il 55 per cento degli ucraini era fiducioso, nonostante Washington abbia fornito aiuti militari a Kyiv per un totale di 58 miliardi di dollari dal 2022. Anche la fiducia verso il cancelliere tedesco Olaf Scholz è scesa: dal 61 per cento nel 2023 al 37 per cento nel 2024. E ciò nonostante il governo tedesco abbia stanziato 28 miliardi di euro per le necessità militari dell’Ucraina.
Gli esperti spiegano che la delusione degli ucraini nei confronti dei leader dei paesi che li aiutano di più è legata al timore di questi ultimi di una maggiore escalation e alla paura di oltrepassare le cosiddette “linee rosse” del Cremlino. Questo rallenta la fornitura di aiuti all’Ucraina e influisce sulla situazione al fronte. “Gli ucraini sono delusi dagli approcci occidentali e dal contributo dell’occidente alla vittoria contro la Russia”, dice al Foglio Serhiy Solodkyi, primo vicedirettore del centro New Europe. Non solo Biden e Scholz, ma anche altri leader vedono calare il loro consenso. Tuttavia, il leader straniero che gode della maggiore fiducia in Ucraina è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, apprezzata per il suo grande impegno nell’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea. Anche così, il suo indice di fiducia non supera il 65 per cento, con un calo del 10 per cento rispetto all’anno scorso.
L’unico leader occidentale che ha leggermente migliorato la sua posizione è il presidente francese Emmanuel Macron. La fiducia in lui è aumentata del 4 per cento, raggiungendo il 58 per cento. Quest’anno Macron ha fatto diverse dichiarazioni audaci sulla guerra, tra cui quella in cui non esclude l’invio di truppe di terra francesi in Ucraina nel caso in cui i russi sfondassero la linea del fronte. Macron ha anche affermato che la Francia è aperta all’invito dell’Ucraina a entrare nella Nato. “Agli ucraini piace il suo atteggiamento più risoluto”, osserva Solodkyi.
Tuttavia, a volte la popolarità di alcuni leader occidentali agli occhi degli ucraini è difficile da spiegare con argomenti razionali. Ad esempio, il primo ministro canadese Justin Trudeau supera Macron del 2 per cento in termini di fiducia, nonostante il Canada non occupi posizioni di rilievo nell’assistenza militare all’Ucraina. La premier italiana Giorgia Meloni è al 12esimo posto, avanti di 6 punti rispetto a Scholz, nonostante l’Italia aiuti l’Ucraina molto meno della Germania. Nonostante la delusione verso gli alleati, gli ucraini non vedono alternative al loro orientamento filo-occidentale. “Non possiamo permetterci una posizione neutrale”, spiega al Foglio Ihor Zhovkva, vice capo dell’ufficio del presidente ucraino. Le istituzioni occidentali godono della maggiore fiducia a Kyiv: il 69 per cento degli ucraini si fida dell’Ue, il 64,4 per cento della Nato e il 62,4 per cento del G7. Al contrario, organizzazioni internazionali come l’Onu (38 per cento) e l’Osce (34,6 per cento) si trovano in fondo alla classifica.
Le garanzie di sicurezza più affidabili per gli ucraini sono considerate lo sviluppo di armi nucleari da parte dello stato (31 per cento) e l’ingresso graduale nella Nato (29 per cento). Gli esperti spiegano che si tratta più di un gesto di disperazione, poiché l’invito a entrare nella Nato non è ancora arrivato e le altre garanzie di sicurezza non ispirano fiducia. Tuttavia, il presidente Volodymyr Zelensky ha ripetutamente dichiarato che l’Ucraina non intende sviluppare armi nucleari. Per quanto riguarda i negoziati con la Russia, la popolazione resta scettica. Il 64 per cento ritiene che l’Ucraina non dovrebbe partecipare ai negoziati senza garanzie di sicurezza reali da parte dell’occidente. Tuttavia, il 30 per cento è favorevole ai negoziati in ogni caso, poiché l’Ucraina non dispone delle risorse per una guerra di logoramento. E’ diminuita del 23 per cento la percentuale di chi considera inaccettabile una rinuncia temporanea ai territori occupati, che oggi rappresenta il 53 per cento.
Un’altra tendenza dell’anno è l’impennata di popolarità di Donald Trump, neoeletto presidente degli Stati Uniti. Anche in Ungheria, il paese europeo più favorevole a lui, gode del 37 per cento di fiducia. In Ucraina, invece, quasi il 45 per cento. Gli ucraini si aspettano da Trump una politica più decisa riguardo alla guerra rispetto a Biden. L’attuale approccio di sostegno all’Ucraina “per tutto il tempo necessario” suscita grande irritazione a Kyiv. Tuttavia, sperare in Trump comporta anche grandi rischi, avverte Olena Khalushka, cofondatrice dell’International Center for Ukrainian Victory. Ad esempio, se nei negoziati con la Russia per porre fine alla guerra venissero revocate le sanzioni occidentali o scongelati i suoi fondi, la situazione potrebbe peggiorare. Attualmente, in occidente sono congelati 300 miliardi di dollari di attivi della Banca Centrale russa, pari a due bilanci annuali per la difesa della Russia, sottolinea Khalushka. “Se questi soldi venissero restituiti alla Russia, verrebbero usati per produrre missili, droni e carri armati che uccidono gli ucraini”.