
I cadaveri e la trattativa
I corpi di sei ostaggi tornano in Israele
La loro morte era stata già annunciata, Hamas aveva realizzato dei video con lo stile dello Stato islamico, ma la pressione per un accordo da parte delle famiglie dei prigionieri si fa sempre più forte
Nadav Popplewell, Yagev Buchshtab, Yoram Metzger, Chaim Peri, Alexander Dancyg e Avraham Munder sono tornati in Israele ormai morti. Durante un’operazione nella zona di Khan Younis, nella Striscia di Gaza, i funzionari dell’intelligence e i soldati hanno recuperato i cadaveri dei sei ostaggi, di cui era stata annunciata la morte tempo fa. Alcuni di loro erano apparsi in dei video di Hamas, erano stati ripresi dalle telecamere mentre erano costretti a recitare le parole di una canzone mizrahi israeliana: “Non fateci invecchiare qui”, dicevano Peri e Metzger, tutti e due anziani e malati. Riportare a casa i corpi dei propri cittadini non è un successo, ma i terroristi della Striscia usano anche i morti per aumentare il loro potere negoziale e anche i cadaveri fanno parte dello scambio. Gli israeliani sono scesi in strada anche oggi per chiedere un accordo, per salvare chi ancora si può salvare: a Gaza ci sono 109 israeliani. Il premier Benjamin Netanyahu ha incontrato alcune famiglie dei prigionieri: “Israele non lascerà i corridoi di Filadelfi e di Netzarim (...) Si tratta di risorse strategiche militari e politiche. L’ho detto a Blinken. Forse l’ho convinto”, ha detto, tra molte critiche, riferendosi all’incontro di lunedì con il segretario di stato americano.