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editoriali

L'Ue troppo tenera con Orbán

Redazione

La sfida e i ricatti del primo ministro ungherese restano ancora una volta impuniti

Viktor Orbán è sul punto di farla franca un’altra volta, nonostante abbia abusato della presidenza di turno dell’Ungheria per danneggiare gli interessi dell’Unione europea e degli altri stati membri con il suo incontro con Vladimir Putin a Mosca. Accusato da altri leader di “slealtà” e di “servire gli interessi della Russia”, il premier ungherese non subirà conseguenze, almeno immediate. Gli ambasciatori dei ventisette stati membri ieri hanno avuto una discussione sul comportamento della presidenza ungherese dell’Ue. Venticinque – tutti tranne quello slovacco – hanno risposto che Orbán è andato contro la lettera e lo spirito delle conclusioni del Consiglio europeo sulla guerra di aggressione della Russia contro l’ucraina, danneggiando così l’unità dell’Ue. E’ stato ricordato all’Ungheria che deve rispettare il principio di leale cooperazione e che la presidenza di turno dell’Ue ha solo un ruolo limitato nella rappresentanza esterna dell’Ue. Ma nessuno ha avuto il coraggio di proporre sanzioni. Né quella più dura di privare l’Ungheria del diritto di voto con l’articolo 7 del trattato per violazione dello stato di diritto, né quella più morbida di porre fine anticipatamente alla presidenza ungherese dell’Ue. Il problema Orbán non si limita agli incontri con Putin.

 

Dopo aver rallentato il sostegno a Kyiv e annacquato le sanzioni contro la Russia, l’Ungheria sta bloccando da mesi 6,6 miliardi di euro destinati alle forniture militari all’Ucraina. L’impunità di cui beneficia per la mancanza di coraggio degli altri stati membri spinge Orbán a nuovi livelli di sfida all’Ue. Peter Magyar, il principale oppositore del premier ungherese, ieri era a Kyiv per consegnare aiuti all’ospedale pediatrico colpito dalla Russia. “Il primo ministro può viaggiare per il mondo e fingere di creare la pace, ma noi crediamo nelle azioni invece di fare il giro del mondo tre volte. Siamo diversi”, ha detto Magyar. Se non vuole essere complice del sabotaggio di Orbán, anche l’Ue deve rispondere con l’azione.

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