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Mobilità sostenibile

La Francia vieta i voli brevi per ragioni ambientali, ma dimentica la concorrenza

Andrea Giuricin

Il governo di Macron vuole incentivare gli spostamenti in treno e per farlo taglia le rotte aeree di corto raggio. Meglio sarebbe promuovere una liberalizzazione del mercato ferroviario, come insegna il caso italiano

Una misura che sicuramente farà discutere è quella appena presa dal governo francese, che ha deciso di applicare con un decreto la scelta fatta di vietare alcuni voli su delle tratte aeree domestiche. La Francia ha infatti deciso di applicare il divieto ad alcuni voli di corto raggio nazionale, laddove vi sono delle connessioni in treno in meno di due ore e trenta minuti e con una buona frequenza. In particolare, però, si tratta di sole tre rotte, mentre la grande maggioranza delle connessioni aeree continuerà a essere effettuata dalle compagnie aeree. La decisione arriva dopo l’approvazione della Commissione europea, che non ha generalizzato questa scelta francese, ma ha semplicemente avallato la scelta del governo Macron. Tale provvedimento fa discutere perché si vieta una modalità di trasporto, quella aerea, per delle scelte puramente ambientali. È però necessario ricordare che il settore dei trasporti emette circa un quarto delle emissioni totali di anidride carbonica, e il settore aereo vale solo il 13 per cento del 25 per cento complessivo. Infine, bisogna tenere conto che oltretutto più dei tre quarti delle emissioni del trasporto aereo riguardano voli a lungo raggio, difficilmente sostituibili. Questo non significa che delle azioni non debbano essere prese, ma forse vi sono delle scelte più efficienti ed efficaci per raggiungere questi obiettivi.

 

In primo luogo, c’è da ricordare che il settore aereo sta andando verso aerei che consumano sempre meno (d’altronde il carburante è il primo costo delle compagnie aeree) e al contempo si stanno introducendo sempre più carburanti sostenibili (Saf). Inoltre, gli aeroporti stanno raggiungendo molto velocemente l’obiettivo di avere zero emissioni e gli scali italiani sono all’avanguardia in questa strategia. Quale era dunque l’obiettivo del governo francese? E soprattutto, potevano essere pensate delle misure differenti? Il divieto francese si applica davvero a pochissime rotte, mentre è chiaro che si vuole raggiungere l’obiettivo del “modal shift”, vale a dire lo spostamento delle persone dalla modalità aerea a quella ferroviaria, probabilmente le scelte da fare sono ben altre. Prima fra tutte, bisogna rendere sempre più efficiente il settore ferroviario, in modo da renderlo il più competitivo possibile rispetto alle altre modalità come appunto l’aereo. Se dal lato infrastrutture la Francia ha già costruito oltre 3000 chilometri di linee ad alta velocità (contro meno di mille chilometri italiani), dal lato dell’offerta e della concorrenza la Francia può sicuramente fare di più. La concorrenza nell’alta velocità è infatti per adesso solo sulla linea Parigi-Milano e interessa come tratta interna la Parigi-Lione, dove nel dicembre del 2021 Trenitalia ha iniziato a offrire un servizio in concorrenza con il Frecciarossa. La liberalizzazione ha portato grandi benefici con un forte incremento della domanda su questa tratta, anche grazie all’incremento dell’offerta, al miglioramento della qualità e alla riduzione dei prezzi dei biglietti.

 

Questa competizione però in Francia riguarda a oggi solo questa rotta, al contrario di quanto invece succede in Italia, dove la concorrenza nell’alta velocità si è estesa a tutto il territorio da oltre undici anni. E non è un caso che il mercato domestico aereo italiano, laddove vi era il treno ad alta velocità, ha visto una riduzione dell’offerta significativa (su tutti si può ricordare il caso della Milano-Roma). Grazie alla concorrenza, in Italia, tra Milano e Roma abbiamo quasi 160 connessioni al giorno, contro le 60 circa che si hanno tra Parigi e Lione o le 26 tra Parigi e Londra. La migliore ricetta per spostare il traffico dall’aereo al treno non sono dunque i divieti, ma l’introduzione di maggiore competizione nel settore ferroviario ad alta velocità in maniera diffusa, cercando di creare un’intermodalità efficiente per i passeggeri che possono spostarsi sul lungo raggio con l’aereo (valide alternative ancora non ne esistono) e per il corto raggio con un treno in connessione. Un ultimo punto rilevante: chiudere al trasporto aereo e lasciare a un solo player ferroviario un determinato mercato non aiuta comunque i viaggiatori, dato che lascia l’intero mercato concentrato nelle mani di un solo monopolista.

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