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Editoriali

Oggi la Cassazione francese decide sull'estradizione di Pietrostefani & Co

Redazione

La possibilità che i terroristi tornino in Italia è bassissima. Molto alta la probabilità che si riacutizzino le tensioni tra i due paesi. Fra i salviniani c'è già chi si prepara a inscenare il solito teatrino anti Francia

Le probabilità che oggi la Corte di cassazione francese dica “oui” all’estradizione dei dieci ex terroristi di estrema sinistra condannati per reati di sangue in Italia e protetti in Francia dalla cosiddetta “Dottrina Mitterrand”, tra cui l’ex leader di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, sono bassissime. Le probabilità di assistere a un riacutizzarsi delle tensioni tra Roma e Parigi, in seguito a un eventuale rifiuto da parte della giustizia parigina che chiuderebbe definitivamente il fascicolo, sono invece alte.

In un’intervista rilasciata al Corriere, il ministro della Giustizia francese, Éric Dupond-Moretti, ha cercato di anticipare le potenziali polemiche contro l’esecutivo di Parigi per non aver fatto abbastanza. “Intanto io li chiamo terroristi. Assassini. Vorrei ricordare che il signor Cesare Battisti, che è stato sostenuto da una parte dell’intellighenzia francese, appena è arrivato in Italia ha ammesso la sua colpevolezza, dopo avere criticato per anni la giustizia italiana, che è una giustizia indipendente, sovrana e di un grande paese democratico. La seconda cosa da dire è che, da un punto di vista politico, noi abbiamo fatto quel che era necessario perché venissero arrestati”, ha dichiarato Dupond-Moretti, prima di aggiungere: “L’ultima cosa è che la giustizia ovviamente è indipendente e sovrana, in Francia come in Italia. Il Guardasigilli non può intervenire e non ho la sfera di cristallo per dire che cosa succederà martedì. Quale che sarà la decisione, invierò un messaggio agli italiani”.

La speranza è che il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, nell’esprimere una comprensibile delusione, riesca a contenere chi fra le sue truppe e fra i salviniani già si prepara a inscenare il solito, raccapricciante teatrino anti Francia. A maggior ragione in un momento in cui le relazioni bilaterali tra i due paesi, dopo mesi di attriti, possono tornare a funzionare.