Un'immagine delle auto bruciate a Huwara (Lapresse)

Editoriali

I ragionevoli di Israele: un generale chiama “pogrom” le violenze contro i palestinesi

Redazione

Domenica ad Huwara ci sono stati un morto e oltre duecento feriti, fra auto e case incendiate. Yehuda Fuchs, responsabile delle truppe in Cisgiordania, ha alzato i toni rievocando la storia ebraica

Yehuda Fuchs è il generale israeliano responsabile delle truppe in Cisgiordania e dopo le violenze nella cittadina di Huwara – in cui è morto un palestinese e ci sono stati più di duecento fertiti – ha detto: a Huwara è stato compiuto un “pogrom”. La parola è forte e in grado di rievocare i tormenti della storia ebraica. Fuchs ha raccontato che domenica le truppe erano state preparate per i possibili disordini che si sarebbero potuti scatenare dopo l’attacco terroristico palestinese, compiuto vicino Nablus, in cui sono morti due fratelli israeliani. Erano attesi disordini “su piccola scala”, l’esercito israeliano aveva previsto che gruppi di settlers avrebbero potuto sistemarsi agli incroci e gettare pietre contro le auto palestinesi. Le cose sono andate diversamente: centinaia di persone hanno iniziato a incendiare case e auto, la violenza non è stata su piccola scala.

 

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha condannato e non è stato il solo tra gli esponenti della politica israeliana, ma il generale Fuchs mette in luce anche altro: non soltanto la violenza dei settlers avrebbe potuto portare l’esercito a colpire uno di loro, ma li ha accusati di diffondere il terrore, cosa che le “persone rispettose della legge non fanno”. Ha aggiunto che le violenze sono aumentate nelle ultime settimane e alcuni esponenti del nuovo governo non contribuiscono a placarle. Israele è rimasto turbato e si rende conto quando nella società inizia a presentarsi un problema doloroso. Il coordinamento con l’Autorità palestinese è congelato, il servizio di sicurezza dello Shin Bet ha messo in guardia i leader dei coloni contro ulteriori violenze, ma secondo Channel 12 è dentro al governo che inizia il disaccordo su come fronteggiare la crisi. La ragionevolezza di Israele contro una concezione primitiva della società, che fa capo a Itamar Ben Gvir, il ministro della Sicurezza nazionale che il premier Benjamin Netanyahu deve imparare a controllare. Di recente i due hanno tenuto un incontro teso in cui il ministro si lamentava di essere escluso da importanti riunioni sulla sicurezza.

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