Editoriali

L'ipocrisia del commissario ungherese sui migranti e la Libia non aiuta Meloni

Redazione

La Commissione fa troppo poco per sostenere l’Italia nella gestione dei flussi migratori. Le motovedette alla Guardia costiera libica non bastano: nascondono solo la politica dei muri e dei respingimenti

Il commissario europeo per l’Allargamento, Olivér Várhelyi, lunedì ha definito come una “pietra miliare nella nostra lotta contro l’immigrazione illegale” la consegna di una motovedetta alla Guardia costiera libica, finanziata con il bilancio dell’Ue. “Oggi facciamo un passo significativo insieme per fermare le morti e le sofferenze nel Mediterraneo”, ha detto Várhelyi, spiegando che le motovedette permetteranno di intensificare gli sforzi di “soccorrere migranti a rischio”. C’è un’enorme ipocrisia nel linguaggio usato dal commissario ungherese, che dentro l’esecutivo dell’Ue incarna la linea del suo ex capo Viktor Orbán. Le motovedette non servono alle attività di ricerca e soccorso in mare, ma a perseguire un’altra attività: intercettare i migranti prima che possano raggiungere le coste dell’Ue o essere salvati da imbarcazioni che battono bandiera europea. Ci sono anche dubbi sull’opportunità di fornire alla Libia motovedette che vengono poi utilizzate per sparare contro le navi delle ong o sequestrare pescherecci di Mazara del Vallo. La verità inconfessabile per l’Ue è che dietro la promozione del “search and rescue” della Guardia costiera libica si nasconde la politica dei muri e dei respingimenti. I migranti intercettati in mare vengono riportati in Libia dove sono rinchiusi in centri di detenzione, spesso torturati e ricattati con richieste di riscatto. 

Várhelyi definisce “immigrazione illegale” il tentativo di chi scappa da una guerra o da persecuzioni di chiedere asilo in un paese sicuro che aderisce alla Convenzione di Ginevra. Rimane un fatto: la Commissione fa troppo poco per aiutare l’Italia a gestire i flussi migratori. Per accontentare il governo Meloni e lavarsene le mani ha deciso di proseguire con il finanziamento degli assetti da destinare alla Guardia costiera libica. Ma le motovedette libiche non sono una soluzione al problema europeo delle migrazioni.

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