Il ministro dell'Economia Giorgetti assieme al Commissario europeo Gentiloni (Ansa)

Sovranisti dirigisti

Il governo Meloni diventa un grande sostenitore del mercato unico. Ma solo con i soldi europei

David Carretta

Per Giorgetti "il semplice allentamento delle regole degli aiuti di stato non è una soluzione". Un paradosso alla luce delle posizioni e promesse della sua Lega e da Fratelli d’Italia

Bruxelles. L’Inflation reduction act (Ira) dell’Amministrazione Biden e la proposta di Ursula von der Leyen di rispondere con aiuti di stato massicci per evitare una fuga delle imprese europee verso gli Stati Uniti hanno trasformato il governo nazionalista di Giorgia Meloni in un grande sostenitore del mercato unico dell’Unione europea. “Il semplice allentamento delle regole degli aiuti di stato non è una soluzione”, perché aggraverebbe “le divergenze economiche all’interno dell’Ue e conseguentemente la frammentazione del mercato interno”, ha avvertito martedì all’Ecofin il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il che potrebbe apparire paradossale alla luce delle posizioni e promesse della sua Lega e da Fratelli d’Italia.

 

Due delle tre forze che compongono la maggioranza hanno sempre criticato il mercato unico dell’Ue, simbolo delle politiche liberali, che concretamente si traduce nella direttiva Bolkestein, nella messa all’asta delle concessioni balneari, nelle liberalizzazioni, nelle odiate procedure di infrazione o nelle obiezioni della Commissione agli aiuti di stato fuori dalle regole. Sono gli stessi aiuti di stato che FdI, Lega e Forza Italia hanno invocato in passato per soccorrere le imprese a ogni crisi piccola o grande, dai salvataggi bancari ad Alitalia, accusando Bruxelles di indebita ingerenza negli affari politici ed economici italiani. Del resto, i loro programmi elettorali sono pieni di aiuti di stato e nazionalizzazioni per “sostenere e proteggere il tessuto produttivo” o “incentivare la rilocalizzazione delle attività produttive in Italia e disincentivare le delocalizzazioni”, come dice quello di FdI.

 

Una delle promesse di Meloni è di garantire la proprietà pubblica delle reti e usare più spesso il golden power per le aziende strategiche. Il fatto è che la destra sovranista è anche dirigista. Ma ora al governo sta scoprendo che c’è un limite molto italiano: il debito pubblico. Se, come vogliono Germania e Francia, l’Ue risponderà all’Ira con gli aiuti di stato ci sarà un vantaggio “sproporzionato” per “gli stati membri che godono di un margine di bilancio più ampio”, ha spiegato Giorgetti. Così un governo con istinti dirigisti si ritrova dalla stessa parte dei governi più liberali dell’Ue. Per dare il via libera al piano von der Leyen, l’Italia chiede “strumenti comuni” di debito europeo come il Recovery fund e il Sure, “che possono essere replicati con successo nel contesto dell’attuale crisi”, ha detto Giorgetti. È l’altro paradosso imposto dalla realtà: il governo sovranista di Meloni sarà in grado di adottare aiuti di stato massicci per sostenere l’economia nazionale solo con i soldi degli altri.