(foto EPA)

passo indietro

Cala il sipario su Christine Lambrecht, ministra della Difesa di Scholz

Daniel Mosseri

Dopo una serie di gaffe si è dimessa la titolare delle forze armate tedesche. Anche se il cancelliere avrebbe preferito aspettare ancora un po' per sostituirla

Berlino. Olaf Scholz avrebbe preferito annunciare un più ordinato rimpasto con la scusa delle elezioni in Assia in autunno. Ovvero aspettare la probabile candidatura dell’attuale ministra degli Interni, la socialdemocratica Nancy Faeser, a governatrice del Land con Francoforte per spostare alcune pedine sulla scacchiera governativa. Ma le dimissioni della titolare della Difesa, Christine Lambrecht, anche lei compagna di partito di Scholz e Faeser, già nell’aria da qualche giorno, non potevano più aspettare e oggi, lunedì, sono arrivate. "La continua attenzione dei media nei miei confronti come persona, difficilmente mi permette di parlare e discutere in modo obiettivo dei militari e delle donne delle nostre forze armate", ha dichiarato l’ormai ex ministra che, per consentire alle forze armate di essere al centro della scena, ha annunciato un passo indietro. La sua nomina poco più di un anno fa aveva sorpreso gli osservatori: l’ex ministra della Giustizia ed ex ministra della Famiglia sembrava prossima al ritiro dalla politica attiva e il suo arrivo alla Difesa lasciò molti perplessi. Dopo Ursula von der Leyen e Annegrett Kremp-Karrenbauer, Lambrecht sembrava l’ennesima ministra di buona volontà e zero carisma chiamata ad occuparsi di uno dei settori della società tedesca più arrugginiti e bisognosi di rilancio. Certo, a differenza dei suoi predecessori Lambrecht si è trovata ministra della Guerra in un paese di antimilitarista ormai dal 1949 ma è anche vero che a lei il cancelliere aveva anche affidato un assegno da 100 miliardi di euro per svecchiare la Bundeswehr.

 

Lambrecht non ha colto la palla al balzo e ha fallito. E se dal punto di vista politico i tentennamenti dello stesso Olaf Scholz in materia di aiuti all’Ucraina (prima no, poi ni, poi sì l’invio di armi ma solo per interposto paese, poi un nuovo sì) non l’hanno aiutata, lei ci ha messo del suo con una serie di bucce di banana che l’hanno fatta diventare prima la ministra meno gradita dagli elettori e poi un bersaglio per il tiro a segno dell’opposizione. A cominciare dall’idea, criticatissima, di portarsi il figlio a una base militare nel nord, guarda caso vicina all'isola di Sylt, buen retiro dei tedeschi danarosi. I due Lambrecht sono volati alla base per poi proseguire in auto verso la casa a Sylt dove sono stati visti con la presidente del Bundestag, Bärbel Bas. Un giro che fa un po‘ casta ma che sarebbe stato perdonato se il figlio non avesse postato su Instagram le foto del suo volo in elicottero con mammà, in barba non solo al buon gusto ma anche ai protocolli di sicurezza della Bundeswehr.

Lambrecht fece però peggio alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, quando suggerì di inviare 5.000 elmetti come aiuti militari all’ex Repubblica sovietica; parole che l’hanno resa lo zimbello di colleghi e opposizione. Fino allo scivolone di Capodanno con la ministra che ha mandato in rete un video di fattura artigianale: l’idea era di condannare la guerra e lodare chi nelle forze armate tedesche si sta dando da fare per aiutare Kyiv. Un video colpito però dalla maledizione della Heterogonie der Zwecke, l’eterogenesi dei fini postulata dal pensatore tedesco Wilhelm Wundt nato anche lui a Manheim, come Frau Lambrecht. Nel filmato si vede una ministra spettinata dal vento che parla di guerra in Europa sullo sfondo molto poco appropriato delle potenti esplosioni e fuochi d’artificio tipiche dal Capodanno berlinese che coprivano la sua voce. L’unico messaggio che si sentiva è che grazie alla guerra lei aveva conosciuto tante persone interessanti. E oggi è calato il sipario.

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