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editoriali

Putin si adegua alle sanzioni

redazione

L’embargo Ue morde e la Russia vende petrolio sotto il price cap del G7

Dal 5 dicembre sono entrate in vigore due importanti sanzioni occidentali all’industria petrolifera russa: l’embargo europeo al petrolio russo e il price cap a 60 euro del G7 sul petrolio russo venduto a paesi terzi. Come stanno andando le cose? Un primo dato, indiscutibile, è che la Russia ha già smentito la sua promessa (o minaccia) di bloccare la vendita di greggio attraverso i paesi che avessero abbracciato il price cap del G7.

 

Il Financial Times ha infatti dimostrato che il greggio russo in questi giorni post-sanzioni viene spedito in India su petroliere assicurate da compagnie occidentali, che quindi devono rispettare il tetto al prezzo. Dopo aver consultato i registri di spedizione e assicurazione, il quotidiano finanziario inglese dice che almeno sette carichi di greggio russi sono stati trasportati su navi assicurate dall’Occidente. Naturalmente le società occidentali possono offrire servizi solo se il greggio degli Urali viene venduto sotto i 60 dollari. Si sta, in un certo senso, avverando il disegno del price cap: ridurre gli introiti petroliferi per il Cremlino e, al contempo, far fluire il greggio russo senza alimentare tensioni nel mercato. Secondo Reuters il prezzo del petrolio degli Urali tra metà novembre e metà dicembre è stato di 57,5 dollari al barile, quindi sotto il price cap, in netto calo dai 71,1 dollari del mese precedente. Ma sulle cause del calo del prezzo le analisi discordano. Secondo alcuni osservatori, il prezzo del petrolio russo segue semplicemente il trend generale in discesa del prezzo globale del petrolio. E questo dimostrerebbe  che il price cap a 60 dollari è troppo alto per sapere se ha un effetto. Altri osservatori sottolineano però che nell’ultimo mese, dopo l’embargo europeo, il petrolio russo viene venduto con uno sconto sempre maggiore, con un divario rispetto al Brent che si è allargato fino a tornare a circa 30 dollari. Ciò vorrebbe dire che le sanzioni, embargo e price cap, stanno avendo effetto. L’Occidente ora ha dati ed evidenze per aggiustare le sanzioni e renderle più efficaci.

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