I giornali del Cremlino. Ecco cosa hanno letto gli abitanti di Izyum durante l'occupazione

Siobhán O'Grady  e Sergii Mukaieliants 

I russi distribuivano dei bollettini (che gli ucraini usavano per fare il fuoco: “Bruciano bene”) per giustificare l’annessione e denigrare Kyiv

Izyum. Nei mesi in cui le truppe russe hanno occupato Izyum, città dell’Ucraina nord-orientale, le autorità imposte dalla Russia hanno distribuito regolarmente ai cittadini quotidiani di propaganda, provando a convincerli che tutto fosse normale, anche mentre le case e le infrastrutture venivano demolite, i negozi venivano saccheggiati e i civili lottavano per trovare i beni di prima necessità per sopravvivere. Un quotidiano in lingua russa conservato da un cittadino come “un pezzo di storia” e fornito al Washington Post dipinge una versione degli eventi sul campo che è quasi totalmente in contraddizione con quel che dice il governo di Kyiv e con i resoconti dei sopravvissuti alla violenta conquista della città a marzo. Le forze ucraine hanno riconquistato Izyum in una controffensiva a sorpresa all’inizio del mese, salvando la città da un referendum organizzato nel tentativo di giustificare un’annessione russa, come quelli iniziati venerdì in alcune parti delle regioni di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. 

 

 

I giornali di propaganda mostrano come le forze russe abbiano cercato di approfittare del vuoto di informazioni della città durante l’occupazione, quando la linea telefonica e di internet erano state interrotte. I giornali hanno cercato di evocare la nostalgia dei civili per l’èra sovietica, di mettere i cittadini contro le forze ucraine e di promuovere profondi legami storici e culturali con la Russia, apparentemente in preparazione dell’annessione. Le pubblicazioni includono due quotidiani, l’Izyum Telegraph e il Kharkiv Z, il primo dei quali ha diffuso la narrazione secondo la quale i soldati russi stavano aiutando a ricostruire le aree distrutte dalle forze di Kyiv, mentre la comunità lavorava per un futuro più luminoso. Il Kharkiv Z usava invece un linguaggio più colloquiale e a volte aggressivo, simile a quello di altri organi di propaganda russi. La retorica di entrambe le pubblicazioni rispecchiava il linguaggio della Seconda guerra mondiale, utilizzando il termine “forze alleate” per riferirsi alle truppe sostenute dalla Russia provenienti da Luhansk e Donetsk, e parole come “nazista” e “fascista” per descrivere gli ucraini. E’ stato distribuito alla popolazione locale anche la Stella rossa, un giornale di propaganda russa precedente all’invasione di febbraio.

 

Un numero  del Kharkiv Z paragonava la battaglia russa per il controllo della regione del Donbas nell’Ucraina orientale alla battaglia di Kursk del 1943 tra gli eserciti dell’Unione sovietica e della Germania nazista. “I cittadini locali non sono fedeli a Kyiv”, affermava il giornale. “Qui la gente pensa che le forze ucraine siano occupanti e naziste. E le forze delle Repubbliche popolari [di Luhansk e Donetsk] e della Russia sono i loro liberatori”. La battaglia sarebbe stata difficile, avvertiva il giornale, descrivendo come “insegnanti” di Londra e Washington stessero aiutando le forze ucraine. “Sembra che la battaglia di Donetsk sarà anche una competizione tra strateghi russi e americani”, dichiarava il giornale. Diversi abitanti di Izyum hanno detto di avere a malapena riconosciuto i giornali quando sono stati distribuiti, e li hanno anzi usati come combustibile per cucinare all’aperto o per stare al caldo. “Bruciavano molto bene”, dice uno. Sulla prima pagina del primo numero dell’Izyum Telegraph, datato 25 maggio, un articolo descriveva come il nuovo sindaco russo della città, Vladislav Sokolov, avesse promesso che, nonostante le  difficoltà, la situazione sarebbe presto migliorata: “Abbiamo grandi progetti e la Federazione russa ci aiuterà a realizzarli, al contrario dell’Ucraina, che vuole distruggere  i nostri territori, rovinare le infrastrutture ed eliminare le persone”.

 

 

Un articolo nello stesso numero criticava i civili per non aver partecipato agli sforzi di ricostruzione dell’area, dove interi villaggi sono stati bombardati fino alle fondamenta e il centro della città di Izyum è stato in gran parte distrutto. “Stiamo facendo di tutto per ricostruire le nostre città e i nostri villaggi. Ma sentiamo la mancanza di mani che lavorano e di manager esperti”, si leggeva nell’articolo. “Mi rivolgo a ognuno di voi: SMETTETE DI STARE SEDUTI NEGLI SCANTINATI”. Gli abitanti ci hanno raccontato che hanno dormito sottoterra per mesi a causa dei bombardamenti quasi costanti. Case, condomini ed edifici governativi sono stati distrutti in tutta la città e alcune persone sono state uccise nelle loro case. Nel numero successivo dell’Izyum Telegraph, il sindaco aveva ordinato che il russo sarebbe stato la lingua ufficiale della città e che chi voleva vendere alcolici doveva richiedere una licenza per i liquori. In prima pagina, un articolo intitolato “Nuova gente, nuova èra” annunciava la nascita di dieci bambini tra il 24 febbraio e il 30 maggio – cinque maschi e cinque femmine. Successivamente, un medico dell’ospedale principale di Izyum ha dichiarato che erano nati solo quattro bambini durante  l’occupazione russa.

 

Altri dettagli erano disseminati nel giornale accanto agli aggiornamenti sulla guerra. Una scuola di musica avrebbe riaperto entro il primo settembre, si leggeva, grazie all’aiuto delle truppe russe “che l’hanno salvata dai ladri”. In una pagina, un articolo sull’iscrizione dei bambini a un campo estivo in Russia era accostato a una notizia secondo cui 47 corpi erano stati recuperati da un edificio danneggiato e che le forze russe stavano indagando sui presunti responsabili dell’attacco da parte ucraina. Circa 200 bambini della regione di Kharkiv sono partiti da casa il 27 agosto per uno dei campi pubblicizzati dalla propaganda russa e non sono ancora tornati; sono rimasti bloccati a causa dell’improvviso cambiamento del controllo territoriale. Altri sono andati al campo e sono tornati all’inizio dell’estate. Il giornale ha anche incoraggiato i laureati a conseguire il diploma e ha pubblicizzato lo studio gratuito nelle università russe. In un numero di maggio del Kharkiv Z, un articolo riportava che le forze russe si stavano muovendo lentamente nella conquista del territorio perché stavano cercando di proteggere le vite dei civili. L’articolo descriveva la quantità di territorio ucraino che la Russia aveva conquistato paragonandola all’equivalente di “cinque Crimee, il 20 per cento dell’intera Ucraina”. L’articolo era accompagnato da un’illustrazione di Alexander Suvorov, famoso generale zarista morto nel 1800. Nel terzo numero dell’Izyum Telegraph, il giornale annunciava la “classe dei cadetti”, dove i bambini potevano imparare la storia della regione, sviluppare le loro convinzioni religiose cristiane ortodosse e impegnarsi nell’allenamento fisico. Un’altra volta, il giornale ha pubblicato avvertimenti per i residenti di rimanere vigili su potenziali sabotatori fedeli all’Ucraina. “Fate attenzione, non dite nulla sulla distruzione o di militare per telefono”, si leggeva nel giornale. E’ stato diffuso l’annuncio che le autorità locali stavano compilando liste di campi coltivabili. “Per sminare un campo, bisogna fare una richiesta”, si leggeva nel giornale. Le mine rimangono comuni in tutta Izyum e nell’area circostante e almeno dieci vittime sono andate in un ospedale di Izyum nei giorni successivi alla ripresa della città da parte delle forze ucraine questo mese. I funzionari hanno anche pubblicato promemoria per spegnere le luci di notte e per informare i funzionari di tombe “fatte in luoghi inappropriati”.

 

 

Dopo che le truppe russe si sono ritirate all’inizio del mese, i funzionari ucraini hanno scoperto delle sepolture nella foresta vicino a un cimitero ufficiale di Izyum, compresa una fossa comune contenente i corpi di 17 soldati ucraini. Articoli e poesie pubblicati sui giornali hanno ripetuto in vari modi che le soluzioni ai problemi degli abitanti “possono essere trovate solo dall’esercito russo”. “L’attuale soldato russo è un discendente d’onore di suo padre e di suo nonno”, si legge in un articolo. Il vicesindaco di Izyum Volodymyr Matsokyn ha riso ricordando di aver visto spezzoni di giornali mentre era lontano dalla città durante l’occupazione. “C’era un annuncio per iscriversi all’università di medicina”, ha detto Matsokyn. “Ma questa università non ha più un tetto”. Il 16 settembre, meno di una settimana dopo che le forze ucraine avevano ripreso Izyum, il giornale della città, chiamato Izyum’s Horizons, aveva ripreso le pubblicazioni. In prima pagina: un articolo sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky che innalzava la bandiera nazionale giallo-blu sulla città, insieme a un collage di foto di tutti gli edifici della città danneggiati durante la guerra. Izyum’s Horizons ha pubblicato un’analisi dei giornali di propaganda russi, la foto di un presunto collaborazionista e le accuse al sindaco nominato dai russi, che secondo il giornale avrebbe rivelato l’identità degli abitanti che facevano parte delle unità di difesa territoriale ucraine. Ma forse a dimostrazione del fatto che i funzionari ucraini ritengono che la situazione in città stia davvero tornando alla normalità, in fondo all’ultima pagina compariva qualcosa di molto più ordinario: le previsioni del tempo per la settimana a venire.


Ha collaborato Anastacia Galouchka
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