Così il già mesto funerale di Shinzo Abe è diventato pure controverso

Giulia Pompili

Le esequie di Stato per l'ex primo ministro più longevo della storia del Giappone, assassinato l'8 luglio scorso, dovevano trasformarlo in un simbolo. Sono diventate un problema politico per il governo di Fumio Kishida

Il confronto con l’ultimo funerale di stato finito sulle prime pagine dei giornali internazionali – quello della regina Elisabetta a Londra – è forse impietoso. Ed è stato certo uno sfortunato evento far coincidere le due celebrazioni a distanza di meno di due settimane l’una dall’altra. Ma i funerali di stato per Shinzo Abe a Tokyo si erano già da tempo trasformati in un gigantesco boomerang per il governo nipponico di Fumio Kishida, talmente divisivi che probabilmente molte figure politiche e istituzionali internazionali hanno scelto di non affrontare il viaggio.  Certo, ha preso il volo per Tokyo il primo ministro indiano Narendra Modi, grande amico di Abe, e all’ultimo pure la vicepresidente Kamala Harris, che ha annunciato la sua presenza solo di recente, dopo molte chiacchiere sul fatto che l’America, la grande alleata del Giappone nel Pacifico, avrebbe mandato un funzionario di più basso livello. A Tokyo sono arrivati pure il primo ministro Anthony Albanese, mentre il suo omologo canadese Justin Trudeau ha dovuto annullare all’ultimo minuto. Dall’Italia, solo l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che del resto chiamò Abe “il mio amico Shinzo”.  

 

 

L’ex primo ministro più longevo della storia giapponese, Shinzo Abe, assassinato durante un comizio pubblico l’8 luglio scorso, ha già avuto i suoi funerali privati il mese scorso, ma un mese dopo l’esecutivo aveva approvato un piano per una celebrazione di stato, di solito riservata ai membri della casa imperiale, “poiché la sua morte è stata un atto disumano durante un’elezione, che è il fondamento della democrazia”, aveva spiegato il primo ministro Kishida: voleva trasformare Abe in un simbolo, ma ora il suo indice di apprezzamento da parte della popolazione è al minimo da quando è arrivato a capo del governo. Perché sebbene Shinzo Abe sia stata una figura importante della storia giapponese, e il suo omicidio un atto barbarico compiuto durante l’esercizio della democrazia, Abe è stato anche un leader controverso, e non solo per il suo nazionalismo.

 

Per settimane, dopo la sua morte, i giornali giapponesi hanno tenuto sulle prime pagine  nuove rivelazioni sui legami tra i membri del Partito liberal-democratico, che Abe ha guidato a lungo, e la setta religiosa  e politicamente potentissima  della Chiesa dell’unificazione. L’omicida, Tetsuya Yamagami, aveva detto di essere in collera con Abe per via del suo sostegno alla Chiesa, che aveva ridotto la sua famiglia alla povertà. Molti giapponesi si sono opposti ai funerali di stato, che si sono svolti oggi quando a Tokyo erano le 2 del pomeriggio e sono un evento rarissimo in Giappone, anche per il loro costo: quello di oggi è costato almeno 11 milioni e mezzo di dollari. Poco più di una settimana fa un uomo si è dato fuoco in segno di protesta vicino all’ufficio del primo ministro giapponese.

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.