EDITORIALI
I Repubblicani sono divisi sull'aborto
La divisione nel Gop è tra chi vuole lasciarlo agli stati e chi (Graham) vuole un ban federale
Il senatore Lindsey Graham ha introdotto una legislazione che istituirebbe un divieto federale di abortire dopo quindici settimane di gravidanza. Il disegno di legge non ha alcuna possibilità in un Senato a maggioranza Democratica e che si è concentrato sulla conservazione dell’accesso all’aborto dopo la sentenza della Corte Suprema di giugno che ha posto fine al diritto costituzionale all’interruzione di gravidanza. E la proposta divide anche i Repubblicani. Il senatore Mitch McConnell, repubblicano del Kentucky e leader della minoranza, ha detto che la questione deve essere lasciata agli stati. Muovendosi rapidamente dopo la sentenza della Corte Suprema, almeno dodici stati a guida repubblicana hanno messo in atto leggi restrittive che vanno molto oltre la proposta di Graham. Sebbene la legislazione sia meno restrittiva di alcuni dei divieti di aborto più duri, la legge Graham annullerebbe l’accesso anche in molti stati a guida democratica.
Ad agosto gli elettori del Kansas hanno respinto una proposta di emendamento costituzionale che avrebbe posto fine alle protezioni per l’aborto, nel primo referendum sulla questione da quando la Corte Suprema ha eliminato la Roe vs Wade. Il voto, in uno stato per lo più conservatore, è stata una vittoria politica dei sostenitori del diritto all’aborto settimane dopo la loro clamorosa sconfitta alla Corte Suprema. E una sentinella d’allarme per i repubblicani. A differenza delle nozze gay, la questione dell’aborto resta dirimente e divisiva nella coscienza morale e pubblica americana. Ma l’unica strada che si può percorrere, dopo il voto che ha ribaltato mezzo secolo di aborto come diritto costituzionale alla privacy, è quella del voto nei singoli stati, come avevano chiesto anche originalisti conservatori come Antonin Scalia.