Il bilancio della Russia dipende per oltre la metà delle entrate relative alle materie prime, così l’Europa può mettere in difficoltà il Cremlino uscendo dalla dipendenza energetica. Allo stesso tempo, gli stati occidentali hanno tra loro più scambi commerciali di quanto non lo siano quelli con la Cina
Se si osservano gli andamenti economici solo come variazioni del prodotto nazionale (il pil), si rischia di perdere di vista quanto possiamo apprendere cercando altre informazioni. Queste ultime possono persino essere più importanti. Osservando, per esempio, da un lato il pil russo del 2022, la cui prima stima era di una caduta maggiore, poi inferiore, al dieci per cento, e dall’altro il tasso di inflazione in Europa, la cui stima è di una crescita elevata dei prezzi, frutto soprattutto del maggior costo delle materie prime, a sua volta cresciuto per le tensioni legate alla guerra, si può concludere che, mentre le cose in Russia stanno migliorando, in Europa stanno peggiorando. Da qui la denuncia dello scarso effetto delle sanzioni sulla Russia e dell’alto costo per l’Europa dell’aiuto all’Ucraina. Ciò che porta alcuni a chiedere una tregua nella guerra con l’accettazione di parte delle richieste russe.
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