La campagna dei macronisti su Tinder, in cerca di voti e di incontri (politici)

Mauro Zanon

San Valentino e l’invito a matchare con la democrazia

La scorsa estate, per promuovere la vaccinazione, il governo francese lanciò una campagna accattivante fatta di manifesti con uomini e donne che si baciavano appassionatamente e messaggi di ottimismo quali “sì, il vaccino può avere effetti desiderabili”, “dopo ogni vaccinazione, è la vita che riprende”. Fu un successo clamoroso: molti indecisi corsero a farsi la prima dose, con buona pace della galassia no vax capitanata da Florian Philippot, ex braccio destro di Marine Le Pen. Ora è la giovanile della République en marche a tentare qualcosa di simile, ma questa volta per convincere gli elettori ad andare a votare il 10 e il 24 aprile, date del primo e del secondo turno delle presidenziali francesi. Ieri, il collettivo dei Jeunes avec Macron (Jam) ha approfittato di San Valentino per lanciare un’iniziativa “politico-erotica”, come l’ha definita il Parisien, sfruttando le applicazioni di incontri più celebri di Francia: Tinder, Bumble e Grindr.

 

“E’ una campagna di comunicazione scherzosa per mostrare che si può parlare di politica ovunque. Vogliamo incitare i giovani ad andare a votare, non siamo lì per dire: ‘Votate Macron’”, ha spiegato al quotidiano parigino un responsabile del movimento. Attraverso una serie di profili, privi del bollino Jam ma con la menzione “Io voto e tu? Vieni a ‘matchare’ con la democrazia’”, i militanti macronisti cercheranno di convincere una nuova generazione di potenziali elettori a iscriversi nelle liste elettorali entro la data limite del 4 marzo, conditio sine qua non per poter esprimere la propria preferenza in primavera. “Non li orientiamo, ma sappiamo che il candidato preferito dei giovani che hanno tra i 18 e i 30 anni è…Emmanuel Macron”, ha detto un altro marcheur. Il principale obiettivo è fare il buzz, attraverso una campagna in pieno stile macronista: disruptive. “Quando una persona selezionerà il nostro profilo, inizieremo una conversazione: ‘Accetti di parlare di altre cose oltre che di incontri? Pensi di andare a votare? Andrai alle urne il 10 e il 24 aprile? Conosci la procedura per il voto per procura?’”, raccontano i Jam.

 

 

Nei profili appariranno foto di coppie in pose sensuali su uno sfondo fucsia: Tinder permettendo. Perché l’app, ieri pomeriggio, ha fatto sapere che non autorizzerà i falsi profili, “compresi quelli creati nel quadro delle campagne politiche”, come previsto dalle condizioni generali di utilizzo. “Prendiamo molto sul serio la questione dell’usurpazione d’identità e della creazione di falsi profili, e abbiamo una politica di tolleranza zero verso questo tipo di comportamenti. Se verranno creati dei falsi profili, prenderemo le dovute misure”, hanno aggiunto i responsabili dell’app di incontri più popolare del mondo. I Jam hanno assicurato che dietro i profili ci saranno centinaia di militanti in carne e ossa. “Non si tratta di creare degli account specifici per la campagna elettorale. Sono dei veri profili ai quali aggiungeremo uno sticker. E forse ci saranno persino dei veri ‘match’!”, ha detto al Figaro Ambroise Méjean, presidente della giovanile macronista, prima di aggiungere: “Se mettere uno sticker che incita ad iscriversi nelle liste elettorali è vista come una forma di proselitismo, mi chiedo veramente se queste applicazioni siano dotate di senso democratico e senso civico”.

 

Grindr e Bumble, le altre due app su cui puntano i Jam, non hanno invece opposto alcuna resistenza all’iniziativa. Una strategia simile, in Francia, è stata adottata recentemente dai giovani ecologisti che sostengono Yannick Jadot. Per promuovere la sua candidatura tra gli utilizzatori di Tinder, i giovani del movimento “Jeunes et Jadot” hanno infatti creato un falso profilo sull’applicazione di incontri, un po’ come aveva fatto nel 2016 Bernie Sanders, candidato del Partito democratico alle presidenziali americane. All’epoca, Tinder decise di cancellare il suo profilo perché stava utilizzando l’app per fini politici. Lo stesso, come riportato da BfmTv, potrebbe accadere a Jadot e a Macron.