Steve Bannon (Ansa)

nella "war room"

Bannon è stato espulso dai social ma un magnate dei media lo ha tenuto in onda

Isaac Stanley-Becker

La storia di Robert Sigg e del suo network, cuore invisibile ai più della propaganda post trumpiana che ha permesso al programma dell'ex consigliere di Trump di arrivare nelle case di milioni di americani
 

Due anni dopo aver lasciato la Casa Bianca – era accaduto nell’agosto del 2017, dopo solo sette mesi dall’insediamento di Donald Trump – Steve Bannon aveva parlato in pubblico da una polverosa collina appena fuori El Paso: era in cerca di donazioni. L’ex investment banker e produttore hollywoodiano voleva del denaro, nel 2019, per finanziare la sua ultima impresa: finire privatamente la costruzione del muro al confine sud dell’America del presidente Trump.

Pochi media prestarono attenzione a quell’iniziativa, tranne uno, che invece era concentrato su ogni sua singola parola. Non si trattava di Fox News né di Newsmax; non era neanche Breitbart News, il sito di estrema destra che un tempo era stato diretto dallo stesso Bannon, il quale lo utilizzava per rifondare il Partito repubblicano ed eleggere Trump. Si trattava di un network nascente, diretto da un magnate del Colorado, poco conosciuto, un pregiudicato con un passato di evasione fiscale e una storia familiare segnata dalla violenza e dalla tragedia. Il magnate, Robert Sigg, considerò una notizia la missione di Bannon nel deserto – che sarebbe finita in accuse di truffa. 

 

Quando Bannon lanciò il suo talk show nell’autunno del 2019, “War Room”, ne affidò la distribuzione a Sigg. Più di due anni dopo, entrambi sono stati ripagati. Sigg ha usato “War Room” come trampolino per creare un network più esteso di conduttori conservatori – cosa che gli ha dato l’opportunità commerciale che andava cercando. La rete, Real America’s Voice, ha aiutato a sostenere Bannon nonostante fosse stato rimosso da YouTube, Spotify e dalle altre principali piattaforme di streaming. Lo show è arrivato in otto milioni di case connesse alla tv satellitare Dish, molte in aree rurali e conservatrici in cui non c’è una copertura via cavo stabile. 

 

L’ascesa di Real America’s Voice, costruita attorno a Bannon e distante dalle strutture tradizionali delle tv via cavo e della radio, rivela come il  paesaggio frammentato dei media abbia dato visibilità ad attori non convenzionali incentivati dal mercato a seguire contenuti sempre più estremi. “Ci veniva detto abbastanza regolarmente che eravamo la propaganda per Trump”, ha affermato un ex produttore di Real America’s Voice, il quale, assieme a una dozzina circa di altri ex ed attuali produttori dell’attività di Sigg, ha parlato in forma anonima per evitare rappresaglie professionali. “Era questo il nostro ruolo. Questo era il messaggio dall’alto: ‘Siamo un network di propaganda per Trump’. Era lì che si facevano i soldi”. Quel mercato è rimasto libero in seguito all’allontanamento di Fox News e Newsmax da temi più di interesse per la base di Trump, ha detto Bannon, come l’opposizione ai vaccini, le lamentele sui brogli alle elezioni e le storie senza fondamento sugli agenti federali che avrebbero provocato la rivolta pro Trump al Campidoglio il 6 gennaio 2021.

 

“War Room” si concentra su queste tematiche. La sua influenza non deriva solamente dal numero di persone che seguono, difficile da misurare su tutte le piattaforme, ma dalla disposizione degli ascoltatori a fare azioni politiche, come marciare contro gli obblighi vaccinali o candidarsi per cariche locali. Lo show, trasmesso in diretta sei volte a settimana dalla casa a Capitol Hill di Bannon, è un punto di incontro per il movimento pro Trump – Bannon ha adottato il titolo di generale di guerra, alla guida dei suoi seguaci nel 2022, o come la chiama lui nella “valle del destino”. “Breitbart era molto potente, ma questo è cinque volte più potente”, ha dichiarato Bannon in un’intervista con il Washington Post dopo una live recente cui avevano partecipato quattro candidati che corteggiano la base di Trump e un imprenditore digitale diventato critico dei vaccini contro il coronavirus. Bannon ha elogiato la poco conosciuta società di distribuzione dello show: “Lo portano ovunque,” ha detto riferendosi a Real America’s Voice, che, ha spiegato, gli gira una parte dei ritorni pubblicitari, anche se ha rifiutato di specificare i suoi guadagni: “Non lo faccio per i soldi”.

 

Bannon non si è mai sottratto agli investitori più stravaganti – come il magnate di fondi d’investimento Robert Mercer, la cui famiglia finanziò Breitbart, o come il miliardario cinese in esilio Guo Wengui. Ma il suo ultimo patrono potrebbe essere il più bizzarro, almeno finora. Sigg, la cui fedina penale include una condanna federale per frode bancaria, ha costruito la sua attività nei media sui notiziari del meteo e degli sport all’aperto. Ha anche donato grandi somme di denaro ai democratici. Sigg non ha risposto alla nostra richiesta di intervista. Un portavoce del network, Mark Serrano, non ha risposto a numerose domande dettagliate ma ha detto in un’email: “Il mercato delle notizie oneste e veritiere sta crescendo, e continuerà a farlo fino a quando i media principali insisteranno nell’abbandonare qualsivoglia sembianza di integrità giornalistica”. L’investimento nei media di Sigg lascia aperte altre espansioni, fra cui le criptovalute: l’estate scorsa, ha pensato di trasformare i filmati dei comizi di Trump in non fungibile tokens (Nft). 

 

Nonostante le sue ambizioni però, l’impresa di Sigg rimane modesta e in una forma che potremmo definire grezza. Un’email interna visionata dal Post sosteneva che i giornalisti mancavano di “capacità televisive di base”. Un ex dirigente ha affermato di essersi infuriato nell’autunno del 2020 quando aveva appreso che il network stava plagiando articoli da Fox News e da altri outlet, e aveva definito Sigg e il suo entourage “la banda che non riusciva a mirare dritto”. Ma Bannon ha avvertito che non è il caso di scommettere contro Real America’s Voice: “Ci conoscevano, e sapevano che avevamo contenuti di qualità”.

 

In uno studio registrazioni fuori Denver, accanto a un carcere giovanile, 15 o 20 persone hanno messo Real America’s Voice in onda. Molti sono sulla ventina o trentina e guadagnano circa trentamila dollari l’anno, hanno rivelato alcuni dipendenti ed ex dipendenti. Il loro capo è Sigg, 57 anni, che si presenta come un importante magnate dei media. Una ricerca del Post dentro a documenti statali e federali illustra la sua nuova posizione, una segnata da arresti e cause civili. Oggi Sigg indossa cinture Hermès e vola su jet privati, secondo delle immagini esaminate dal Post. Ha uno stile manageriale diretto, hanno dichiarato persone che hanno lavorato per lui, si occupa anche delle piccole cose e “sbuffa, si stizzisce e urla” quando ci sono degli errori. Poi gira per l’ufficio distribuendo banconote da 50 dollari a chi ha sgridato il giorno prima. Una biografia online che è stata ormai rimossa cita il passato di Sigg nella pubblicità e nei media televisivi, tra cui un’azienda che si occupa di vendite per Dish: Sigg ha aiutato ad espandere il fatturato di 250 milioni di dollari prima di andarsene nel 2004. Un anno dopo, Sigg si dichiarò colpevole di frode bancaria, coinvolto in ciò che le autorità descrivono come una truffa multimilionaria sui mutui.

 

Sigg verificava in modo fittizio l’impiego della vittima che faceva una domanda di prestito e riceveva un assegno da mille dollari per il servizio, secondo i documenti del patteggiamento. Ha dovuto pagare i danni ed è stato condannato a cinque anni di libertà vigilata. Già allora, Sigg veniva fuori da numerosi problemi legali, fra cui droga, aggressione e accuse di molestie, e anche cause civili che hanno a che fare con dispute sui soldi. Fra il 1997 e il 2010, ha accumulato più di 235 mila dollari in tasse non pagate, secondo una causa intentata nei suoi confronti nel gennaio del 2012 e ritirata dopo poche settimane. Sempre nel 2012, la famiglia di Sigg è finita sotto i riflettori pubblici quando suo figlio di 17 anni, Austin, rapì, uccise e smembrò una bambina di dieci anni. Venne condannato all’ergastolo. Sigg senior disse al tempo: “Quest’orribile evento è una tragedia per entrambe le famiglie, e per tutta la comunità”. Almeno due dei figli maggiorenni di Sigg lavorano attualmente per la sua società, Performance One Media, registrata in Colorado nel 2006, un anno prima che la sua vecchia azienda facesse richiesta di protezione fallimentare. Sua figlia si occupa delle risorse umane e suo figlio lavora con Real America’s Voice, società controllata da Performance One (non hanno risposto alle nostre richieste di avere la loro versione). Un ex dipendente ha affermato: “Non puoi rivolgerti alle risorse umane, perché parli alla figlia del proprietario”.

 

Bannon, accusato per vilipendio al Parlamento l’autunno scorso, dopo aver violato un mandato di apparizione davanti alla commissione d’inchiesta sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio, ha detto di non essere turbato dalla fedina penale di Sigg, definendo lui e i suoi soci dei “combattenti venuti dal business tradizionale delle tv”. Nella sua biografia, Sigg si presenta come un saggio dagli “standard senza precedenti”. 

 

Per anni, si è specializzato nelle notizie meteorologiche, non nella politica, pubblicizzando una società controllata da Performance One, WeatherNation Tv, come un’alternativa al Weather Channel. Per accontentare l’audience, WeatherNation evita di parlare di cambiamento climatico nelle sue previsioni, dicono attuali ed ex dipendenti, e uno spiega: “Sono coscienti di essere  al servizio di persone che non vogliono sentir parlare di cambiamento climatico”. Quando DirecTV ha mollato WeatherNation nel 2018, Sigg ha accelerato la sua transizione alle piattaforme digitali ed è andato in cerca di altri contenuti. “Si potrebbe dire che hanno avuto un gran spirito imprenditoriale”, ha detto una persona che al tempo aveva conosciuto il team di Sigg: “Pensavano: ‘Ogni chiesa in America sarà sul nostro network’. Le chiese non hanno funzionato ma subito hanno pensato: ‘Ehi, dovremo fare questa cosa dei notiziari se troviamo la nicchia giusta’”. La nicchia che hanno scelto era in disaccordo con le loro precedenti donazioni. Sigg aveva donato decine di migliaia di dollari ai democratici fra cui i senatori Chuck Shumer, di New York, e Dianne Feinstein, della California, dimostrano i documenti federali. Il capo delle operazioni di Performance One, Robert Schwartz, ha donato alla campagna di Hillary Clinton 2.700 dollari nel 2015. Ma nel 2019, i dirigenti della società hanno iniziato a gravitare nell’orbita di Trump. Howard Diamond, che si descrive su LinkedIn come l’ad di Performance One Media, ha donato svariate migliaia di dollari a Trump quell’anno. Un altro dirigente, Michael Norton, lo ha fatto l’anno successivo. Secondo un ex dipendente, “si gettarono per cercare di cavalcare l’onda di Bannon”.

 

L’onda di Bannon incominciò a salire nel 2019,  culminando al confine tra Stati Uniti e Messico, dove la sua campagna di crowdfunding prometteva di realizzare un’iniziativa emblematica per Trump. Un anno più tardi, Bannon è stato incriminato per frode ai finanziatori, accusato di aver usato quasi un milione dei  25 milioni di dollari raccolti per spese personali. Si è dichiarato innocente e ha ricevuto la grazia da Trump.  Sigg si era già incuriosito, ha detto Bannon. Chiamato al tempo America’s Voice News, il network aveva un sito già dall’agosto del 2018, secondo una versione dell’archivio. Quando è cominciata “War Room” nell’autunno del 2019, focalizzata sul primo impeachment di Trump, Sigg si è lanciato sulla possibilità di trasmetterlo, ha spiegato Bannon. Anche altri network, da Newsmax a Salem Radio Network, avevano chiesto di mandare in onda “War Room”, ma Bannon si era offeso per i tempi ristretti riservati alla sua trasmissione. Sigg era “molto più flessibile, e io ho bisogno di quegli spazi lunghi”.

 

Conquistato Bannon, Sigg si è dato da fare per reclutare altri talenti pro Trump nel 2020, facendo anche degli investimenti personali nello stato d’adozione del presidente, la Florida. Già proprietario di una casa in collina con vista su Denver, Sigg ha acquistato due tenute a Lake Worth, in Florida, ognuna con un costo superiore a un milione e mezzo di dollari – si trovano a circa otto chilometri  dal Mar-a-Lago Club di Trump. Sigg ha trovato l’aiuto di persone con buone connessioni. Ha viaggiato assieme a Gina Loudon, una delle presidenti di Women for Trump. Una foto su Instagram del 2020 mostra Sigg su un comodo jet aziendale. “Nessun’altra fake news in arrivo”, ha scritto Loudon in un altro post sul loro viaggio. Quello stesso mese, Loudon ha condiviso una foto nello studio ovale con John Solomon, l’editorialista le cui ingannevoli affermazioni sulla corruzione in Ucraina hanno contributo a formare la politica di Trump che lo avrebbe portato al suo primo impeachment. Secondo Bannon, Solomon ha organizzato una riunione alla Casa Bianca in cui Trump aveva detto che il network di Sigg, America’s Voice News, era troppo simile a Voice of America, l’emittente internazionale finanziato dagli Stati Uniti: bisognava cambiarne il nome. 

 

Il network ha fatto il suo debutto nel settembre del 2020 come Real America’s Voice, disponibile non solo su Dish, ma anche su Pluto tv, Roku, Amazon Fire, Apple tv e Google play. Né Solomon né Loudon, che ha una trasmissione sul network, hanno riposto alle nostre richieste di commento. Altri personaggi di spicco includono Eric Greitens, l’ex governatore del Missouri che ha dovuto dare le dimissioni per uno scandalo e sta ora preparando la candidatura al Senato. Il suo show, “Actionable Inteligence,” è stato registrato a Washington, appoggiandosi allo staff del network che lavorava da un ufficio al decimo piano affacciato su K Street. Per “Actionable Intelligence”, che è andato in onda dall’ottobre del 2020 al febbraio del 2021, Greitens è stato pagato 19 mila dollari attraverso il Bentley Media Group, la società dietro il sito di Solomon, secondo un’informativa finanziaria compilata l’anno scorso dall’ex governatore. Greitens ha continuato a contribuire a Real America’s Voice, ed è stato pagato direttamente dal network, ha detto in un’intervista col Post. Non ha segnalato quei guadagni sull’informativa richiesta per la corsa al Senato.  Interrogato sulla discrepanza, ha detto che non aveva i documenti davanti agli occhi ma che i suoi assistenti avrebbero procurato “ogni dettaglio”. I suoi assistenti non hanno procurato nessun dettaglio.
Attuali ed ex dipendenti di Real America’s Voice hanno detto di avere avuto poche informazioni sui conti della società. Serrano ha dichiarato che questa e altre questioni sono “private”. Se il network sta facendo soldi, è per via dell’ombra di Bannon, dicono molti: “Non è neanche paragonabile in termini di quanti soldi in pubblicità fa guadagnare. Nemmeno la copertura delle elezioni ha superato Bannon”.

 

“War Room” va in onda due volte durante i giorni lavorativi e una volta di sabato: circa diciassette ore di contenuti a settimana prodotti dalla casa di Capitol Hill un tempo conosciuta come “l’ambasciata di Breitbart”. Il seminterrato, dove un produttore e un tecnico del suono si uniscono a Bannon sotto a un adorno lampadario, è pieno di libri, giornali e cianfrusaglie, fra cui integratori di zinco con il logo  “War Room”. All’inizio del 2020, la trasmissione ha cambiato il suo focus dall’impeachment di Trump al coronavirus. Bannon si è sintonizzato sulle notizie sul virus prima di molti altri, prevedendo l’arrivo di una pandemia il 25 gennaio del 2020. Più di recente, è diventato una piattaforma che accoglie dichiarazioni contestate sui danni del vaccino e ha messo in guardia di fronte a una “guerra contro i non vaccinati”. L’indignazione dei No vax è “oltre il totemico” per la base di Trump, ha detto Bannon, che ha rivelato al Post di non essere vaccinato. “E’ una questione che ci definisce”. 

In seguito alla sconfitta di Trump, la trasmissione è diventata lo sfogo di chi sostiene i brogli elettori:  Bannon ha partorito il “movimento del 3 novembre”, dalla data delle presidenziali, cosicché credere ai brogli è ora una prova del nove per i candidati repubblicani. Il giorno prima della rivolta del 6 gennaio, Bannon ha detto ai suoi spettatori: “Domani si scatenerà l’inferno”.

 

Il messaggio di Bannon ha talvolta toni religiosi, promette al suo pubblico la “provvidenza divina” se si “impegnano.” Fra quegli impegni c’è diventare clienti di My Pillow, il cui amministratore delegato, Mike Lindell, è uno dei principali propalatori di falsità sulle elezioni ed è fra gli sponsor di “War Room”. Un’apparizione su “War Room” può spostare soldi su diverse cause politiche. Caroline Wren, fundraiser  repubblicana, ha discusso di recente in trasmissione sul fatto che l’establishment del Gop abbia fatto un uso improprio dei fondi trascurando le cose legali delle elezioni del 2020. Nei giorni successivi, ha ricevuto più di 400 messaggi da spettatori che le chiedevano come orientare diversamente i loro contributi politici, ha raccontato al Post, anche da vari finanziatori che avevano dato oltre un milione di dollari alla campagna di rielezione di Trump. 

 

Bannon ha detto che la sua audience dipende dal network di Sigg e dalla distribuzione sulle radio. La versione audio, su Apple Podcast, anche se è tra i top 100, è “un po’ un ripensamento”, ha detto Bannon: la sua rimozione da YouTube, un anno fa, ha allargato la sua portata. “Quando è stato tolto da YouTube, il mio show è cresciuto di dieci volte”. Indipendentemente dalla veridicità di quei numeri, l’espulsione dalle piattaforme mainstream ha aggiunto valore a Bannon, che sta ora “sfondando una porta aperta” su piattaforme con ancora meno attenzione, ha detto Jeremy Blackburn, un informatico all’Università di Binghamton che ha studiato il deplatforming. C’è anche un valore per le piattaforme che gli stanno ancora dando un megafono e ne raccolgono i benefici in pubblicità. Alcuni rappresentanti di queste piattaforme hanno spiegato più ragioni per continuare a tenere Real America’s Voice, nonostante altri abbiano voluto tagliare “War Room”. Dish offre una “vasta gamma di contenuti che attraggono i molti e diversi interessi dei nostri clienti”, ha detto un portavoce. Un portavoce di Pluto tv, che afferma di avere più di 54 milioni di utenti attivi, ha detto: “Non partecipiamo alle decisioni editoriali”. Un portavoce di Google non ha risposto a domande sul perché YouTube, di proprietà di Google, abbia rimosso “War Room” che invece rimane su Google Play tramite Real America’s Voice.  Bannon affida la distribuzione del suo show a Sigg e ai suoi perché conoscono il mercato. Non ci sono altre ragioni, “non sono nemmeno sicuro che siano conservatori”.

 

Isaac Stanley-Becker, Copyright Washington Post

Di più su questi argomenti: