editoriali
Bomba contro la Parigi-Dakar
Feriti cinque francesi durante la tappa saudita, ma la notizia non decolla
Qualcuno potrebbe ricordare il caso del console italiano a Gedda in Arabia Saudita, Stefano Stucci, che nel novembre 2020 fu ferito da una granata lanciata da un attentatore dello Stato islamico durante una cerimonia ufficiale. All’inizio sembrava che la granata non avesse avuto conseguenze, ma non era proprio così. C’era stato un attacco (poi rivendicato dal gruppo terrorista) e avrebbe potuto uccidere i dignitari presenti. I sauditi tendono a coprire le informazioni sugli attentati dello Stato islamico in Arabia Saudita, per dare l’impressione di avere tutto sotto controllo.
Ebbene, martedì 4 gennaio la procura nazionale antiterrorismo della Francia ha aperto un’indagine sul ferimento avvenuto l’ultimo giorno dell’anno vicino a Gedda di cinque francesi che stavano partecipando a una tappa della gara Parigi-Dakar (che ora si chiama Dakar 2022 è stata spostata in Arabia Saudita per ragioni di sicurezza, ma forse non basta). Sembra che la macchina dei francesi sia saltata su una mina, uno di loro è in coma farmacologico e rischia l’amputazione delle gambe. I sauditi parlano di “attacco criminale” e “malavita”, ma salta all’occhio che non ha senso per dei criminali comuni attaccare una gara che attraversa il deserto e anche che lo Stato islamico è specialista nel piazzare trappole esplosive sulle strade.
La notizia sta impiegando molti giorni per cominciare a circolare e si può indovinare che i sauditi detestano questa cosa – ma del resto cosa potrebbero fare? C’è un’automobile da corsa con equipaggio francese danneggiata da una bomba su una pista che corre in mezzo al deserto durante una competizione internazionale molto famosa. Difficile tenere nascosto a lungo questo tipo di notizie. La procura francese dice che è terrorismo. Se ha ragione, c’è almeno una cellula dello Stato islamico attiva a Gedda e i sauditi non riescono a garantire la sicurezza degli stranieri. Proprio mentre il regno si apre ai turisti che arrivano da fuori, è una cattiva notizia per tutti.
Isteria migratoria