Editoriali
Omicidio di un ceceno: secondo la Germania è stata la Russia
Berlino accusa Mosca dell’omicidio avvenuto nella capitale tedesca nel 2019. Il peso della postura della ministra Baerbock
Un tribunale di Berlino ha condannato all’ergastolo un cittadino russo, Vadim Krasikov, per l’omicidio di un ceceno in un parco della capitale tedesca nel 2019. Krasikov venne arrestato lo stesso giorno. I procuratori durante il processo hanno sostenuto che Krasikov, un agente dei servizi segreti, avesse agito sotto richiesta dell’Fsb e quindi dello stato russo. La risposta è subito diventata diplomatica, perché i giudici hanno convalidato la tesi dell’accusa, e ha coinvolto la nuova ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, la quale ha definito l’omicidio un atto avvenuto per ordine delle autorità russe che ha violato la legge tedesca e la sovranità della Germania. Ha convocato l’ambasciatore russo Sergei Nechaev, e due diplomatici sono stati espulsi. Baerbock ha anche parlato con il suo omologo, Sergei Lavrov, e ha sottolineato che c’è bisogno di un dialogo aperto e onesto, ma i commenti da Mosca parlavano di una decisione “politica” sullo sfondo di un generale “sentimento antirusso”.
L’uccisione di Zelimkhan Khangoshvili è avvenuta in un periodo in cui gli omicidi ricondotti ad agenti russi erano frequenti. Nel 2018 c’era stato il tentativo di avvelenare l’ex spia Sergei Skripal e gli avvelenatori, secondo le indagini, sarebbero stati due agenti del Gru, l’intelligence militare russa. Ma contrariamente alla Gran Bretagna, la Germania era stata più cauta a commentare l’omicidio.
La sentenza è arrivata in un periodo delicato per i rapporti tra i paesi europei e la Russia, e la Germania che spesso ha mantenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti del Cremlino, è chiamata a mostrare più durezza. La nuova ministra degli Esteri, Annalena Baerbock ha spesso promesso di non chiudere gli occhi davanti alle violazioni di Mosca, come fatto spesso dal precedente governo. La Germania può essere cruciale nel risolvere le questioni con Mosca – come la crisi ucraina – dall’esordio, il nuovo governo sembra che abbia intenzione di prendersi le sue responsabilità.
Isteria migratoria