editoriali

I Simpson nemici del Partito comunista cinese

Redazione

Un vecchio episodio satirico sulla Cina censurato pure a Hong Kong

La piattaforma di streaming della Disney, Disney+, è arrivata anche a Hong Kong un paio di settimane fa. E con lei sono arrivati i Simpson di Matt Groening, la sitcom animata più famosa di sempre che ha fatto della satira un tratto distintivo (oltre ai protagonisti antropomorfi gialli e Homer Simpson, simbolo di tutte le debolezze umane). Dopo l’arrivo di Disney+ nelle loro case, gli spettatori di Hong Kong, però,  hanno avuto una spiacevole sorpresa: hanno scoperto che gli episodi a loro disposizione sono  712, e non 713. Un episodio, uno dei più famosi, e cioè quello di Homer Simpson e famiglia che si recano in viaggio in Cina, è stato eliminato. La puntata numero 12 della sedicesima stagione, titolata “Goo Goo Gai Pan”, andata in onda nel 2005 e già da molto tempo censurata nella Cina continentale, nell’èra della suscettibilità occidentale sarebbe accusata di razzismo e appropriazione culturale, e quindi probabilmente verrebbe censurata anche in America. Ma per la Cina si tratta del controllo autoritario dei contenuti, di quello che può far male o meno alle giovani menti che non devono parlare mai di ribellione al Partito comunista cinese.

E infatti, al di là dei diversi riferimenti alle follie del Partito comunista cinese – quando Homer vede il corpo di Mao Zedong imbalsamato lo definisce “un piccolo angelo che ha ucciso 50 milioni di persone”  – è soprattutto un passaggio di quell’episodio a essere controverso secondo la censura cinese. La famiglia Simpson a un certo punto si ritrova a Piazza Tiananmen; la protagonista cinese dell’episodio sale su un carro armato e si piazza di fronte ai Simpson, riproducendo la nota immagine del “tank man”, e nella piazza si  legge la targa: “In questo sito, nel 1989, niente è accaduto”. Un riferimento alla negazione della repressione violenta delle proteste del 1989. Neanche a Hong Kong, un tempo libera dalla censura, si può più fare satira sulla censura cinese. Pena? La censura. Con la complicità di molte aziende occidentali.

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