Foto Ansa

Editoriali

Miss Universo tranne Israele

redazione

Partono i boicottaggi contro l’edizione del concorso nello stato ebraico

Ancora una volta la politica s’infila in un concorso di bellezza. Dopo i massicci appelli al boicottaggio nel 2019 dell’Eurovision a Tel Aviv, ora è Miss Universo il campo sul quale si combatte l’ennesima battaglia contro Israele.

Il boicottaggio di Miss Universo in Israele

Il settantesimo concorso si terrà il 12 dicembre di quest’anno nel sud di Israele, a Eilat, città scelta “per la sua ricca storia, i bellissimi paesaggi, la miriade di culture e il fascino di destinazione turistica globale”, ha detto Paula M. Shugart, presidente della Miss Universe Organization. Nonostante Andrea Meza, la Miss messicana in carica che consegnerà la prossima corona, abbia già dichiarato che il concorso non deve essere politicizzato il boicottaggio è già in corso. Se Marocco ed Emirati Arabi Uniti grazie agli accordi di Abramo stipulati con Israele saranno a Eilat, ci sono pressioni sugli altri concorrenti affinché si ritirino “per solidarietà con i palestinesi”. Pacbi, un gruppo di attivisti palestinesi e membro fondatore del movimento per il boicottaggio, ha invitato i concorrenti a ritirarsi dal concorso per non “danneggiare la  lotta”.

  

La Malesia e il Sudafrica (sostenitori dichiarati della causa palestinese) si sono già mossi: la reginetta malesiana non ci sarà e il governo  sudafricano invece ha ritirato il suo sostegno alla Miss Lalela Mswane, che si è opposta al boicottaggio, citando le “atrocità di Israele contro i palestinesi. Il governo, in quanto legittimo rappresentante del popolo sudafricano, non può in buona coscienza associarsi a esse”. “Ognuno con credenze diverse, con background diversi, con culture diverse, si unisce agli altri e quando sei lì ti dimentichi della politica, della tua religione”, ha detto Meza prima di un tour della Città Vecchia di Gerusalemme. “Si tratta solo di abbracciare altre donne”. Ad alcuni stati sembra  che questo abbraccio non interessi, anzi: ogni pretesto è buono per andare contro Israele.

Di più su questi argomenti: