Vladimir Putin (LaPresse)

Editoriali

Contro il Covid anche la Russia pensa al green pass

Redazione

Anche Putin si arrende, ma con qualche distinguo. La paura dell’impopolarità
 

La Russia è pronta ad adottare un passaporto sanitario che servirà per entrare in bar, ristoranti, mezzi di trasporto. È uno dei paesi più colpiti dalla pandemia, che continua a registrare un numero troppo alto di morti e nuovi casi, ieri erano più di trentasettemila e i decessi seguono una media di oltre mille al giorno. La ragione per la quale la situazione sanitaria è così allarmante è da ricercare nel basso tasso di vaccinazione dovuto una vasta  sfiducia nei confronti dei farmaci sviluppati proprio in Russia. Mosca aveva investito molto sui suoi vaccini, Sputnik V era stato il primo, ma la forte carica propagandistica con cui era stato presentato unita alla bassa fiducia che i cittadini nutrono nei confronti delle istituzioni sulle questioni sanitarie hanno portato i russi a essere molto scettici nei confronti dei loro vaccini. Soltanto un terzo della popolazione è completamente vaccinato e non basta, le autorità hanno da poco imposto nuove chiusure, ma anche in Russia sembra che si stiano convincendo che la strada per rendere la quotidianità più sicura sia soltanto una: il passaporto sanitario, che potrebbe essere richiesto a partire dal primo febbraio.

Covid in Russia, governo pronto a introdurre il green pass (con dei distinguo)

Alexander Ginzburg, sviluppatore dello Sputnik, si era espresso da tempo a favore del vaccino obbligatorio e con ritardo ha iniziato a muoversi anche la politica, che in questi mesi è andata avanti in ordine sparso. In questi mesi lo stesso presidente Vladimir Putin si era dimostrato restio a imporre restrizioni molto stringenti e quando i primi amministratori locali avevano avanzato la proposta di un passaporto vaccinale per convincere le persone a immunizzarsi, la proposta era caduta nel vuoto. Adesso sembra essere arrivato alla consapevolezza che non c’è altra soluzione  e che la responsabilità di un governo non è prendere decisioni popolari. Il Cremlino sembra però aver trovato un escamotage affinché la decisione che non piace ai russi non ricada per forza sul presidente: saranno le regioni a determinare quanto questi pass saranno restrittivi e a quali luoghi applicarli.