(Eduardo Munoz /Pool Photo via AP) 

editoriali

La Russia trolla con malignità durante la crisi bielorussa

Redazione

Il ministro russo Lavrov dice che l'Unione europea dovrebbe pagare Lukashenka per gestire la crisi del migranti. Il solito teppismo

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che l’Europa dovrebbe pagare il dittatore bielorusso Lukashenka per gestire la crisi degli immigrati al confine con la Polonia – crisi che è artificiale perché è stato proprio Lukashenka a crearla dal nulla importando aerei carichi di migranti arabi e trasportando poi gli stessi migranti al confine con i vicini europei. La Bielorussia usa la vita di persone vulnerabili e innocenti come arma di ricatto per fare pressione sull’Europa. E questo per ripicca contro l’Unione europea che condanna Lukashenka per le elezioni farsa e per la repressione brutale dell’opposizione. Lavrov dunque dice che l’Europa dovrebbe pagare Lukashenka ed è la solita boutade da troll, ma dovrebbe chiarire una volta per tutte qual è il rapporto della Russia putinista con l’Europa.

Dove ci potrebbero essere rapporti aperti, solidi e convenienti per entrambi, la Russia sceglie in modo sistematico l’interferenza ostile, la bufala maligna, la distorsione della realtà. Se Putin volesse, grazie all’ascendente che ha su Lukashenka, questa crisi frontaliera finirebbe domattina. Ma perché dovrebbe volere? Le crisi sono per la Russia occasioni da sfruttare con il minimo sforzo e per il massimo risultato, vanno allargate, amplificate, fatte andare in suppurazione, usate in malafede per estrarre benefici e ottenere concessioni. Dagli iracheni lasciati dietro ai reticolati nelle notti sottozero del confine bielorusso ai mercenari russi che combattono in Libia al flusso ridotto di gas russo verso l’Europa per quest’inverno, per Lavrov è tutta una risata. Ormai monca della grandezza e dello status raggiunti al tempo dell’Unione sovietica, Mosca compensa con il teppismo il potere che non ha più