RT vuole vendicarsi per la chiusura del suo canale in tedesco su YouTube

Micol Flammini

L’emittente finanziata dal Cremlino chiede di colpire la piattaforma e i media tedeschi, che non c’entrano nulla. Le autorità russe sono d’accordo: è lo spunto per una stretta ulteriore sulla libertà di stampa

YouTube ha rimosso il canale tedesco di RT, l’emittente finanziata dal Cremlino che pubblica le sue notizie in cinque lingue straniere oltre al russo,  per aver diffuso false informazioni sul virus e sui vaccini. Il portavoce di Google ha spiegato all’agenzia di stampa Interfax che RT era già stata avvisata più volte, che la decisione è stata presa dopo diversi avvertimenti che non sono stati mai seguiti. Il canale ha continuato a violare le regole sulle informazioni sul Covid-19, ha riferito la piattaforma, e questo ha portato alla sospensione dei suoi diritti di pubblicazione. Durante la sospensione, RT ha cercato di aggirare le restrizioni utilizzando un altro canale e così YouTube è arrivato alla rimozione. Se si prova ad accedere al canale, viene visualizzato un messaggio di errore. 

  

 

La direttrice di RT, Margarita Simonyan, ha detto che la piattaforma ha agito senza dare spiegazioni ma dando inizio a “una vera guerra mediatica dichiarata dalla Germania contro la Russia". Nonostante le autorità tedesche sulla decisione di YouTube non siano coinvolte, Simonyan ha chiesto ritorsioni contro i media tedeschi in Russia. “Non vedo davvero l'ora che il mio stato vieti senza indugio Deutsche Welle e altri media tedeschi in Russia e chiuda gli uffici di ARD e ZDF. Taccio sulle sanzioni contro YouTube. Anche se dovremmo farlo, per rispetto verso noi stessi", ha scritto su Telegram. 

  

  

Il ministero degli Esteri russo è sulle stesse posizioni della Simonyan, ha parlato di “guerra dell’informazione e ha detto che Mosca sta prendendo in considerazione misure di ritorsione e di aver chiesto alle autorità russe che si occupano del rapporto con i media stranieri di stilare una lista delle possibili mosse da compiere contro le testate tedesche. “La natura dell'incidente, che si adatta perfettamente alla logica della guerra dell'informazione scatenata contro la Russia, rende misure di rappresaglia simmetriche contro i media tedeschi in Russia non solo appropriate, ma anche necessarie”. 

  

Ma la misura comunque non sarebbe simmetrica, le autorità tedesche non sono coinvolte, la decisione è stata presa da YouTube, ma Mosca sembra voglia approfittare dell’accaduto per una stretta ulteriore alla libertà di stampa. 

 

Dei rapporti con YouTube si sta invece occupando la Roskomnadzor, l’autorità del governo russo che vigila sui media, che avrebbe chiesto a Google di revocare le restrizioni e vorrebbe multare la società di un milione di rubli (circa dodicimila euro).

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.