europa ore 7

Tutte le manovre per il dopo Sassoli

David Carretta

Il mandato del presidente del Parlamento europeo scade il prossimo gennaio. Potrebbe cercare di essere rieletto ma il Ppe è determinato a recuperare la presidenza e anche i liberali di Renew hanno un'altra idea

Manfred Weber, il presidente del gruppo del Partito popolare europeo, oggi annuncerà se si candiderà o meno alla presidenza del Parlamento europeo nella seconda metà della legislatura. Dalla sua decisione potrebbero dipendere le sorti di David Sassoli, il cui mandato scade il prossimo gennaio, due anni e mezzo dopo la sua elezione a sorpresa.

  


Questo è un estratto di Europa Ore 7 di mercoledì 8 settembre, la newsletter realizzata da David Carretta con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Per riceverla ogni giorno nella tua mail iscriviti qui. È gratis.


  

Secondo diverse fonti, Sassoli potrebbe cercare di essere rieletto sullo scranno più alto del Parlamento europeo, che a metà legislatura rinnova tutte le sue cariche. Ma, a prescindere dalla decisione di Weber, il Ppe è determinato a recuperare la presidenza ed è pronto a mettere in discussione la capacità del Parlamento europeo di legiferare su Green deal e transizione digitale se Sassoli o candidati di altri gruppi tenteranno un colpo di mano.

 

L'unico presidente del Parlamento europeo che è rimasto per cinque anni è il tedesco Martin Schulz, ma a cavallo di due legislature. Nel luglio del 2019, dopo le elezioni europee, popolari, socialisti e liberali si erano messi d'accordo sul pacchetto di nomine per i vertici delle istituzioni dell'Ue: una Ppe alla Commissione (Ursula von der Leyen), un S&D come Alto rappresentante (Josep Borrell) e un Renew alla testa Consiglio europeo (Charles Michel). Nel pacchetto c'era anche la presidenza della Conferenza sul futuro dell'Europa per i liberali (Guy Verhostadt non è stato eletto presidente, ma è il principale membro del comitato esecutivo). Sulla base dell'intesa, come da tradizione, la presidenza del Parlamento europeo dovrebbe passare ai popolari a gennaio. Il Ppe chiederà a S&D e Renew di rispettare gli impegni assunti.
    

L'ufficio di Sassoli non ha voluto esprimersi su una sua eventuale candidatura. Ma ieri Sassoli ha pubblicato una dichiarazione per annunciare la sua intenzione di rafforzare la centralità del Parlamento europeo. Tre mesi fa erano stati creati dei gruppi di lavoro per riflettere sul futuro del Parlamento e della democrazia parlamentare europea dopo l’esperienza della pandemia. Ieri Sassoli ha ricevuto le loro raccomandazioni. Ma “questa è solo la fine del primo tempo. L’obiettivo ora è rafforzare la centralità del parlamento nel contesto istituzionale e nel rapporto con i cittadini”, ha detto Sassoli: “Ora porterò il frutto di questo lavoro all’attenzione degli organi di governo del Parlamento europeo per una discussione e una valutazione approfondite su quali misure prendere per il parlamento del futuro”.
    
In vista del giro di boa della legislatura e del rinnovo delle principali cariche, il Parlamento europeo è sempre più in ebollizione. Le voci sulla creazione di un grande gruppo della destra sovranista - con una fusione almeno parziale dei Conservatori e riformatori europei e di Identità e democrazia - sono sempre più intense. Il Ppe potrebbe usare la minaccia di rompere la grande coalizione che sostiene von der Leyen e di avviare una cooperazione su alcuni dossier con la destra sovranista per fermare Sassoli o altri potenziali candidati concorrenti.
    
I liberali di Renew hanno un'altra idea. Il gruppo negli ultimi due giorni si è riunito a Parigi, compreso un lungo incontro con Emmanuel Macron. Il presidente Dacian Ciolos oggi presenterà la “dichiarazione di Parigi” con gli obiettivi di Renew per la fine della legislatura: preservare i diritti fondamentali, battersi per lo stato di diritto, proteggere la terra, promuovere la crescita sostenibile, accelerare l'innovazione, difendere la sovranità europea e un'autonomia strategica aperta, rilanciare la democrazia. Nella bozza della dichiarazione di Parigi - che abbiamo potuto consultare - c'è anche la proposta di una conventio ad excludendum contro la destra sovranista. Renew intende lanciare un appello agli altri gruppo pro-europei a “unirsi. A livello europeo, la vera frattura è tra pro e anti-europei”. La proposta di Renew è di “negoziare e firmare un accordo di coalizione per chiarire e rafforzare la maggioranza parlamentare”. L'accordo, oltre agli obiettivi politici, dovrebbe includere “nuovi metodi sui rapporti strategici e gli incarichi chiave” nel Parlamento europeo.

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