In Grecia i No pass sono di sinistra, a partire da Tsipras

 Gilda Lyghounis

Negli Stati Uniti e in Europa no vax e anti pass simpatizzano per la destra. In Grecia succede il contrario. Il leader di Syriza invita a "persuadere i cittadini invece di obbligarli", ma nello specifico non avanza proposte

Lui si è vaccinato subito, lo scorso 28 dicembre. Lotta perché ci si vaccini in tutti i paesi poveri, chiedendo alle aziende farmaceutiche di togliere il brevetto. Ma di qui ad approvare il vaccino obbligatorio e il green pass fra le vie di Atene ce ne corre. Alexis Tsipras, leader del centro sinistra Syriza all’opposizione dopo la sconfitta elettorale del 2019, è contro le restrizioni del governo di Kyriakos Mitsotakis, il conservatore deciso a “non chiudere di nuovo il paese per proteggere i No vax”. Da Creta a Salonicco chi non ha ancora ricevuto almeno la prima dose dal 13 settembre avrà vita dura. Medici, infermieri e farmacisti saranno sospesi dal lavoro, i dipendenti pubblici e privati dovranno sottoporsi a test due volte la settimana a spese proprie, per entrare in ristoranti, musei, palestre e luoghi aperti riservati allo sport ci vorrà il green pass. Solo a scuola per i ragazzi fino a 18 anni i test saranno gratuiti. “Siamo contrari ai licenziamenti e alle sanzioni di massa, la gente non va minacciata e punita, ma persuasa”, ha detto Tsipras. Facile a dirsi quando quattro greci su dieci sopra i 12 anni sono ancora renitenti al vaccino. Tutti armati di croci ortodosse contro il satanico vaccino o nostalgici di Alba Dorata, che abbiamo visto sfilare nei cortei? Non solo.

 

L’identikit dell’ellenico No vax o anti pass è soprattutto di sinistra. Una peculiarità greca, secondo un recente studio del Pew Research Center di Washington, che ha messo a confronto le opinioni sulla lotta alla pandemia in 17 paesi. Se in Europa e negli Stati Uniti sono in genere gli elettori del centrodestra a non approvare restrizioni da parte dei governi, la Grecia è l’unica popolazione osservata dove il 55 per cento dei simpatizzanti dei partiti di sinistra è contrario alle misure anti Covid, rispetto al 34  dei conservatori. Un’analisi confermata dai sondaggi ateniesi sulla propensione a vaccinarsi: 61 elettori del centrodestra di Nuova Democrazia sono favorevoli, contro solo 36 del centrosinistra di Syriza, il partito di Tsipras, il 38 dei comunisti del KKE e 23 del partito di Varoufakis (dati Kapa Research).

    
“Tsipras lo sa benissimo e lo sfrutta per non perdere consensi. Per questo si oppone al vaccino obbligatorio ed esorta, invece, a convincere gli indecisi. Peccato che non faccia proposte concrete sul come farlo, aldilà di auspicare vaghe campagne di sensibilizzazione”, dice Thalia Dragona, docente di Psicologia sociale all’università di Atene “Certo, il rigetto delle imposizioni calate dall’alto è radicato nella sinistra greca. Lo spiegano i recenti sacrifici imposti dalla Troika, ma prima ancora la dittatura dei colonnelli e la guerra civile che ha dilaniato il paese dopo la Seconda guerra mondiale, con la destra autoritaria vittoriosa e i perdenti perseguitati per decenni”. I modi per redimere i No vax senza frustarli secondo Dragona ci sarebbero: “Bisogna partire dal basso. Con momenti di discussione a scuola prima fra i ragazzi soli, dove emergerebbero dubbi e paure delle famiglie, poi di riflessione insieme agli insegnanti, per ragionare su quali costi si è disposti a pagare per seguire la strada del vaccino o no. E’ il metodo usato dallo psicologo Kurt Lewin in America negli anni ’40 per indurre migliori scelte alimentari. Allora con gli slogan governativi solo il 3 per cento della popolazione si era convinto. Così si era arrivati invece al 40”. 

 

Ma Syriza, che all’inizio della pandemia aveva sostenuto il lockdown in nome della emergenza nazionale, ora è risalita sulle barricate. Denuncia la totale assenza di controlli richiesta per entrare in chiesa, dove si assembrano persone anziane. Si è scagliata contro il bonus di 150 euro dato ai giovani per spingerli a vaccinarsi: “Una mancia vergognosa, mentre 40 mila 18enni sono lasciati fuori dall’università pubblica, grazie alle nuove selezioni d’ingresso più meritocratiche appena entrate in vigore. E mentre il premier Mitsotakis iscrive la figlia a Yale”. 


Intanto, dopo la difficile gestione degli incendi di quest’estate e con i contagi che risalgono al ritorno in città dei vacanzieri dalle isole sovraffollate, cadono le prime teste nel governo: sostituiti il ministro della Protezione del cittadino, Michalis Chrysochoidis, e quello della Salute, Vasilis Kikilias. Mitsotakis ha cercato di attirare nella sua squadra un ex ministro della Difesa del governo Syriza, Evanghelos Apostolakis, come “scelta fautrice di unione”, cui Tsipras ha posto il veto. Ma nei sondaggi, Nuova democrazia al 34 per cento sorpassa ancora Syriza di dieci punti. La rivincita di Alexis è ancora lontana.