AP Photo/Francois Mori

Gli abusi, l'omertà e l'impunità a Sciences Po

Mauro Zanon

Il rapporto del governo: 89 violenze in due anni. La fabbrica dell’élite francese alla prova scandali

Fino allo scorso anno, eravamo abituati a considerare Sciences Po come un santuario inscalfibile e senza macchia che forgia il meglio della République francese, un’istituzione che non conosce crisi e scandali: produce soltanto successi e formidabili carriere. Poi, a gennaio, è esploso l’affaire Duhamel, dal nome dell’ex presidente della Fondazione di Sciences Po che abusava del figliastro nel silenzio complice di una certa gauche intellettuale, e il tempio delle élite ha iniziato a scricchiolare. A febbraio, attraverso l’hashtag #sciencesporcs, un’ondata di testimonianze sui social ha portato a galla la vastità del fenomeno di abusi e aggressioni sessuali nei vari Istituti di Studi Politici (Iep) sparsi sul territorio francese.

 

Domenica, un rapporto dell’ispettorato del ministero dell’Istruzione, in seguito a un’inchiesta durata sei mesi, ha confermato l’esistenza di un clima malsano di impunità e di omertà nei campus di Sciences Po. Dal gennaio 2019 al gennaio 2021, 89 casi di violenze sessuali e sessiste sono stati registrati negli Istituti di Studi politici di Francia, tra cui 41 stupri, secondo i dati raccolti dagli ispettori ministeriali al termine di 312 audizioni (492 persone interrogate). Ma la cifra che più inquieta le autorità, a partire dalla ministra dell’Università Frédérique Vidal, committente del rapporto, è quella relativa alle procedure disciplinari aperte in seguito alle segnalazioni: 14 su 89, solo il 16 per cento del totale. “Le vittime faticano a confidarsi: per paura di nuocere alla reputazione della scuola, per timore che la direzione, come previsto dall’articolo 40 del Codice di procedura penale, solleciti in seguito il procuratore”, ha spiegato al Journal du Dimanche la ministra dell’Università. “Non tutte sono pronte a sporgere denuncia. La raccolta delle testimonianze è dunque essenziale. Devono esserci diversi canali, per esempio delle cellule esterne agli istituti. Ogni segnalazione deve dar luogo a un’inchiesta”, ha aggiunto la Vidal, invocando sanzioni “esemplari” per i colpevoli e per chi li protegge.

 

A febbraio, l’allora direttore di Sciences Po Paris, Frédéric Mion, era stato costretto a dimettersi in seguito alle proteste veementi degli studenti, che lo accusavano di aver ignorato i fatti incresciosi in cui era coinvolto Olivier Duhamel (Mion era stato avvertito fin dal 2018 delle accuse di incesto ai danni del politologo ed ex eurodeputato socialista) e dunque di aver contribuito all’atmosfera omertosa. Secondo gli ispettori del ministero dell’Istruzione, i numeri emersi dall’inchiesta sarebbero ben al di sotto della realtà, sia per via dell’omertà diffusa tra chi dirige gli istituti col marchio Sciences Po, sia perché le vittime preferiscono confidarsi ai propri amici piuttosto che rivolgersi ai dispositivi dedicati. Nel rapporto, rivelato in esclusiva dal Jdd, sono segnalati abusi anche durante i weekend di integrazione e i tornei sportivi interuniversitari. Tra le derive denunciate, figurano “pratiche come “il ‘grande slam’, che consiste nel puntare ad avere relazioni sessuali con una studentessa di ogni Iep, i palpeggiamenti ripetuti e senza consenso in occasioni di eventuali sfide e molteplici episodi di molestie”, si legge.

 

In risposta ai risultati del rapporto, la ministra Vidal ha promesso dopo l’estate un piano nazionale contenente un capitolo sulla formazione degli studenti e del personale scolastico, un dispositivo in ogni Iep per aiutare le vittime a denunciare gli abusi e una campagna di sensibilizzazione sulla questione del consenso.
 

Di più su questi argomenti: