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Pace commerciale

La pace transatlantica passa da un Consiglio per commercio e tech

David Carretta

In 6 pagine viene elaborata la convergenza transatlantica soprattutto tech (e contro la Cina)

Passa da un documento di sei pagine la riconciliazione tra l’Europa e gli Stati Uniti dopo i quattro anni di presidenza Trump. La dichiarazione del summit tra Unione europea e Stati Uniti, che si terrà a Bruxelles il 15 giugno tra Charles Michel, Ursula von der Leyen e Joe Biden, è intitolata “Verso una rinnovata partnership transatlantica”. Nei quattro capitoli ci sono impegni concreti su pandemia e vaccini, clima e protezione del pianeta, collaborazione su commercio e tecnologia, strumenti per costruire un mondo più democratico, pacifico e sicuro. I temi per tornare a convergere non mancano. L’Ue vuole evitare uno scontro frontale con Pechino e Mosca.

 

Ma ha accettato di sostenere la richiesta di una seconda commissione di inchiesta sulle origini della pandemia “libera da interferenze” e di lanciare un dialogo di alto livello sia su Cina sia su Russia. Eppure è il commercio il tema su cui l’Ue vuole prioritariamente fare la pace transatlantica. “Ora tocca agli Stati Uniti passare dalle parole ai fatti”, ha detto mercoledì il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, davanti al Parlamento europeo, parlando della disputa Airbus-Boeing e dei dazi su acciaio e alluminio imposti dall’Amministrazione Trump. Entrambe le parti hanno compiuto gesti reciproci. A marzo gli Stati Uniti hanno sospeso i dazi sulle importazioni dall’Ue per la disputa Airbus-Boeing. A maggio la Commissione ha a sua volta sospeso il raddoppio delle misure di rappresaglia sui dazi americani per acciaio e alluminio. Ma una tregua non è la pace.

 

Nella bozza di dichiarazione del summit, Unione europea e Stati Uniti si impegneranno “a fare ogni sforzo possibile per trovare soluzioni ampie e durevoli alle nostre dispute commerciali e a evitare ulteriori misure di rappresaglia che gravino sul commercio transatlantico”. Nel conflitto sui sussidi ad Airbus e Boeing, il calendario è ambizioso: trovare soluzioni equilibrate ed efficaci “prima dell’11 luglio 2021”. Le trattative sono già in corso e in fase avanzata per mettersi alle spalle una disputa di 17 anni, nella quale l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha autorizzato gli Stati Uniti a imporre 6,1 miliardi di euro di dazi e l’Ue ad adottare 3,3 miliardi. Quanto ai dazi che aveva imposto Trump su alluminio e acciaio nel 2018 invocando ragioni di sicurezza, e le misure di rappresaglia adottate dall’Ue contestandone la legalità davanti alla Wto, la data per un accordo è fissata a “prima del primo dicembre 2021”. L’obiettivo è di togliere “tutti i dazi addizionali e punitivi” e “permettere al commercio di riprendere in linea con i tradizionali flussi commerciali bilaterali”. La pace transatlantica in questo caso vale 6,4 miliardi di euro di dazi americani in meno per le merci dell’Ue e 2,8 miliardi in meno di dazi europei per gli Stati Uniti (a cui si potrebbero aggiungere altri 3,6 miliardi).

 

Fatta la pace, Ue e Stati Uniti si preparano a lavorare insieme per il futuro: “Allineare i nostri approcci a commercio e tecnologia in modo che le democrazie e non altri, non la Cina o altre autocrazie, scrivano le regole per il commercio e la tecnologia del XXI secolo”, ha spiegato il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. Al vertice, Biden, Michel e von der Leyen formalizzeranno la creazione di un “Consiglio commerciale e tecnologico”. Sul fronte commerciale, Europa e Stati Uniti vogliono affrontare la questione della sovracapacità produttiva di acciaio e “proteggere le nostre imprese e lavoratori dalle pratiche sleali, in particolare quelle poste dalle economie non di mercato” (leggasi Cina). Ma è sul fronte tecnologico che ci sono più innovazioni. L’ambizione è fissare standard su intelligenza artificiale, internet delle cose, tecnologie su clima e ambiente, sicurezza delle infrastrutture di telecomunicazione, governance dei dati e delle piattaforme, monitoraggio degli investimenti stranieri. “Le nuove tecnologie devono essere basate sui nostri valori democratici condivisi, incluso il rispetto per i diritti umani”, si legge nella bozza di dichiarazione del vertice. Stati Uniti e Ue si impegneranno a costruire una partnership sui semiconduttori per rafforzare la sicurezza delle forniture e parallelamente lanceranno un dialogo sulle regole della concorrenza per i Big Tech. Riga dopo riga, anche quando non è menzionata esplicitamente, si possono intravedere riferimenti alla Cina. “Non vogliamo perdere la battaglia per la supremazia tecnologica”, spiega al Foglio un diplomatico dell’Ue.

 

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