EDITORIALI

Zarif, come se nulla fosse

Redazione

Lo sponsor dei gruppi terroristici di Gaza arriva a Roma senza ansie

La visita a Roma di Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, è stata deliziosa, ha detto lui, soprattutto l’incontro con Papa Francesco, “meraviglioso”, di cui non ci sono resoconti ufficiali da parte del Vaticano, ma soltanto un video molto amichevole e le dichiarazioni di Zarif all’agenzia iraniana Irna. S’è parlato della situazione “deplorevole” dei palestinesi, delle sanzioni americane alla Repubblica islamica, del dialogo interreligioso con scambi di doni improntati su pace e collaborazione. Il Papa ha anche avuto un colloquio telefonico con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che gli ha chiesto l’unione di musulmani e cristiani per fermare “il massacro” contro i palestinesi. Poiché Iran e Turchia sono i principali sostenitori dell’offensiva di Hamas contro Israele, le conversazioni del Papa di ieri hanno fatto dire all’ambasciata di Israele a Roma: è proprio necessario accogliere gli iraniani adesso? Lo stesso effetto – è proprio necessario adesso? – lo ha fatto anche l’incontro tra Zarif e il  ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio. Si è parlato del conflitto – Di Maio ha definito “inaccettabili” i missili lanciati da Gaza contro lo stato ebraico e ha auspicato una proporzionalità di Israele nella risposta – e anche della possibile riapertura delle trattative sul nucleare iraniano, che è il dossier su cui i paesi europei aspettano un segnale di discontinuità rispetto al passato da parte dell’Amministrazione Biden. Ma anche per questo incontro, il tempismo è sembrato inopportuno, così come parlare di normalizzazione e accordi. Il ruolo dell’Iran nel sostegno ai gruppi terroristici di Gaza non è un mistero per nessuno: è il motivo per cui il tour europeo di Zarif ha voluto saltare la tappa prevista a Vienna, dove sventola sul palazzo del governo la bandiera israeliana.

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