Foto dalla pagina Facebook di Les Dessous de Virginie à Douai

Editoriali

La rivolta delle mutande

Redazione

La protesta dei negozi di intimo francesi e l’aritmetica delle riaperture

In questi giorni al palazzo Matignon a Parigi, dove lavora il primo ministro francese, Jean Castex, sono in arrivo pacchi di mutande. Con i pizzi, coi fiori, leopardate, piccole, grandi: ogni paio di mutande è spedito per richiamare l’attenzione del premier e della politica sulla necessità di riaprire i negozi di intimo. Siamo essenziali, dicono gli organizzatori di Action culottée, che sono soprattutto organizzatrici, attive e ironiche sui social, che ripetono: vendiamo prodotti che “portano la felicità” e che sono indispensabili per tutti, non potete tenerci chiusi. La proprietaria di un negozio di lingerie ha inviato al premier un piccolo tanga arancione, con un biglietto: “Ognuno di noi la mattina come prima cosa si infila le mutande. Come si fa a dire che è un prodotto non essenziale?”. Action culottée è un collettivo nato su Facebook che oggi raggruppa 450 negozi di intimo sul territorio francese, per lo più piccoli, non in grado di organizzare la vendita online. Quindi rivendicano non soltanto l’essenzialità della biancheria intima ma anche dei negozi di quartiere, fanno parlare le loro clienti e raccontano storie d’amore nate grazie anche alla lingerie perfetta.


Da Matignon non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali, ma la rivolta delle mutande spiega bene quanto sia complicata l’aritmetica delle riaperture (come lo è quella delle chiusure) e l’impatto che hanno le priorità dei vari governi sulla quotidianità dei cittadini. La pandemia ha creato delle gerarchie di essenzialità che ancora non sono del tutto consolidate, come dimostra il dibattito oggi in Italia sulle scuole aperte a metà e sui ristoranti aperti tutti, ma che hanno stravolto molti equilibri sociali, a partire dalle famiglie fino alle città e i quartieri. Per questo la definizione delle priorità è così importante, e dovrebbe tener conto del fatto che sentirsi dire: tu non sei essenziale ha un riverbero ben più ampio di un paio di settimane in più di chiusura.  

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