Proteste dopo le decisioni anti democratiche del tribunale di Hong Kong (Ansa)

Editoriali

Il buio su Hong Kong

Redazione

Sette attivisti condannati per una protesta e giornalisti che scappano dalla Cina

È l’ennesima stretta alla libertà in quello che un tempo era un luogo sicuro e lontano dall’autoritarismo di Pechino. Ieri un tribunale di Hong Kong ha dichiarato colpevoli sette leader del movimento per l’autonomia dell’ex colonia inglese. Colpevoli di aver organizzato una protesta, definita dai funzionari di Hong Kong non autorizzata, nel 2019. Tra i condannati ci sono diverse figure molto importanti della società civile e della politica di Hong Kong, e c’è anche Jimmy Lai, tycoon ed editore dell’Apple daily, uno dei giornali d’opposizione al governo locale.

 

Questa condanna, che intimorisce ancora di più chiunque abbia voglia di organizzare un movimento di opposizione, arriva pochi giorni dopo un’altra decisione ampiamente annunciata a Pechino durante le Due sessioni: all’inizio della settimana sono state approvate le modifiche alle regole elettorali di Hong Kong, e i potenziali candidati al Parlamento locale, prima di accedere alle liste, dovranno essere controllati da un comitato pro-Pechino. Saranno valutati in base al loro patriottismo, cioè quanto la loro idea politica sia vicina a quella del Partito comunista cinese. È dal luglio del 2020, cioè dall’introduzione della Legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, che sappiamo che l’autonomia dell’ex colonia inglese è ormai perduta.

 

Hong Kong non è più quella che era un tempo, il ponte tra la cultura occidentale e orientale, e lo dimostra un altro evento di questa settimana: la reporter irlandese Yvonne Murray e lo storico corrispondente da Pechino della Bbc, John Sudworth, hanno deciso di lasciare Pechino definitivamente a causa delle ripetute minacce e intimidazioni subite dai funzionari locali nella capitale cinese. Un tempo, un giornalista internazionale che non riusciva più a fare il suo lavoro a Pechino, di solito si trasferiva a Hong Kong. Sudworth ha deciso di trasferirsi a Taiwan, perché nemmeno Hong Kong ormai garantisce più autonomia e stato di diritto.

 

Di più su questi argomenti: