Su la testa

Riprendiamoci il gusto del futuro

Gli americani, ha detto Macron con un sospiro, “sono stati più ambiziosi e hanno avuto ragione”. Draghi, riscaldando la mestizia del presidente francese, la trasforma in “interesse nel futuro”, un futuro che “è vicino, non è lontano”.

Paola Peduzzi

“Oggi è abbastanza facile criticare col senno di poi decisioni di prima, non vale solo per l’Europa ma anche per noi stessi”. Il momento per la valutazione degli errori arriverà ma intanto gustiamoci il futuro, non sembra così male

Dovremo ritrovare “il gusto del rischio”, ha detto Emmanuel Macron; lo chiamerei più “il gusto del futuro”, ha detto Mario Draghi, riscaldando la mestizia del presidente francese e trasformandola in “interesse nel futuro”, un futuro che “è vicino, non è lontano”.

 

Da qualche giorno, Macron sta rimarcando quel che secondo lui è mancato alla strategia europea in questa fase della pandemia: non il coordinamento, non la solidarietà (anche e soprattutto fuori dal continente) e nemmeno la capacità di fare i contratti, ci è mancata l’ambizione, il gusto del rischio, la capacità di essere reattivi anche a costo di osare un po’. “Siamo troppo lenti, siamo troppo complessi”, ha detto il presidente alla fine del vertice europeo giovedì notte, a partire dalla Francia che è sotto la media europea (già bassina) quanto a rapidità della campagna di vaccinazione. Ma tutto il sistema europeo è plasmato sul principio di precauzione, come abbiamo scoperto anche nel caso di AstraZeneca (a proposito: Wall Street Journal e Financial Times hanno pubblicato articoli pieni di informazioni in cui spiegano che il problema dell’azienda anglo-svedese non è l’efficacia del vaccino che vende, quanto il suo management) ma come si è visto in molti passaggi della strategia complessiva europea in questo anno di pandemia.

 

Gli americani, ha detto Macron quasi con un sospiro, “sono stati più ambiziosi e hanno avuto ragione”. Il presidente francese non voleva aprire alcuna polemica con Joe Biden, che aveva partecipato collaborativo al vertice europeo, e quindi non ha detto che gli Stati Uniti sono stati sì ambiziosi ma anche molto protezionisti ed egoisti: quando si cita il rischio si va ben oltre la questione geopolitica, con il rischio c’entrano la flessibilità, la capacità di cogliere le occasioni, di alzare gli occhi e immaginare un futuro, di scommetterci anche, trascinandosi dietro i propri cittadini e non facendosi paralizzare tutti, eletti ed elettori, dalla paura. In questo la cultura anglosassone non ha rivali, si pensa in termini di città sulla collina, di terre di possibilità, di mattine in cui rinasce il sole. La cultura europea  invece tende ad annullare i rischi, esclude le procedure di emergenza anche quando consentirebbero quella reattività che ora invidiamo ad altri paesi, soprattutto teme il dissenso, o meglio teme di non saperlo governare. Col risultato che, al fondo, perde anche il consenso, piangendosi addosso.

 

Draghi, che incarna una sintesi piuttosto promettente della cultura anglosassone e di quella europea, ha preso il rischio e lo ha chiamato futuro, ha detto che la pandemia ci ha fatto perdere a tutti interesse, ci ha fiaccati: “Depressione”, dice il premier italiano. Depressione per le restrizioni, la distanza, l’incertezza. Ecco perché l’ambizione ora non è tanto o non solo il gusto del rischio, ma è l’interesse per il futuro, il gusto per il futuro. “Oggi è abbastanza facile criticare col senno di poi decisioni di prima, non vale solo per l’Europa ma anche per noi stessi”. Il momento per la valutazione degli errori arriverà ma intanto gustiamoci il futuro, non sembra così male.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi