Editoriali
Biden ha rinvigorito Putin
Dopo quel “killer” il russo guadagna energia e vuole persino vaccinarsi
Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere che potrebbe vaccinarsi oggi. La notizia della disponibilità del capo del Cremlino a ricevere la prima dose di Sputnik V rompe le domande sul perché fosse proprio il leader russo a non voler ricevere il vaccino che è il primo a raccomandare. Lo scorso fine settimana Putin si è fatto anche fotografare in Siberia, con il ministro della Difesa Shoigu, mentre mangiava nella taiga e guidava veicoli mimetici. Era da tempo che il presidente non si faceva vedere in azione. Sembra rafforzato, rinato, un Putin pre pandemia. A una settimana dall’intervista in cui il presidente americano Joe Biden lo ha definito un assassino per l’avvelenamento di Alexei Navalny e ha promesso che pagherà per le interferenze durante le elezioni americane, Putin sembra aver guadagnato forza.
Si è trovato nella situazione ottimale per giocare il suo ruolo: ha voluto rispondere al capo della Casa Bianca con uno scherzo che si fa tra i bambini – che equivale a “specchio riflesso” –, gli ha augurato ogni bene e l’ha invitato a partecipare a un incontro video per chiarirsi. Il leader russo apprezza il parlare schietto, ma così ha anche trovato il modo per riprendersi la scena del nemico numero uno degli Stati Uniti. Mosca ha richiamato l’ambasciatore a Washington, ma nonostante le dichiarazioni di alcuni funzionari, probabilmente non è interessata ad aumentare la tensione. Le parole di Biden offrono però a Putin l’opportunità di usarle a livello interno, per ridare vita al consenso di Putin e anche per giustificare nuove misure restrittive: per esempio contro i social americani. Già due settimane fa Mosca aveva rallentato Twitter. Putin dopo essersi sentito chiamare assassino sembra aver ricominciato a giocare il suo ruolo di capo di una nazione che deve sempre sentirsi in pericolo: il vaccino, il servizio fotografico nella taiga sono immagini di altri tempi. Biden non voleva sortire questo effetto, ma se davvero vuole aiutare la democrazia russa dovrebbe iniziare a prevenire la logica del presidente “che non ha un’anima”.
Isteria migratoria