Negoziati glaciali

Fa molto freddo ad Anchorage tra America e Cina

Il primo incontro dell'Amministrazione Biden con una delegazione cinese di altissimo livello. Il "reset" dopo quattro anni di Amministrazione Trump, ma c'è poco da essere ottimisti

Giulia Pompili

Il segretario di stato Antony Blinken e il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan incontrano in Alaska con la controparte cinese, guidata da Yang Jiechi, consigliere di stato ma soprattutto braccio destro di Xi Jinping per le questioni americane e in generale la politica estera, e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Ma il viaggio in Giappone e Corea del sud di Blinken ha mandato un messaggio molto chiaro: non tolleriamo le prepotenze cinesi

Inizia la danza, ha scritto il New York Times. Quella tra il presidente americano Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping. Dopo quattro anni di Amministrazione Trump, che hanno cambiato moltissimi equilibri soprattutto in Asia orientale, Washington e Pechino devono ricominciare a parlarsi.

 

Il segretario di stato americano Antony Blinken e il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan stanno per inaugurare i colloqui con la controparte cinese, guidata da Yang Jiechi, consigliere di stato ma soprattutto braccio destro di Xi Jinping per le questioni americane e in generale la politica estera, e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.

 

Una famosa partita di hockey femminile Usa-Cina alle Olimpiadi di Vancouver del 2010: tra gli spalti c'era anche l'allora vicepresidente Biden (LaPresse)

 

Di freddo non c'è solo il clima ad Anchorage, la più grande città dell'Alaska dove è ospitato il primo incontro tra delegazioni di altissimo livello americana e cinese. Il primo dettaglio da notare, infatti, è che il meeting si fa in territorio americano, anche se un po' isolato dal resto del paese: la geografia serve a dire chi ha invitato chi al tavolo (secondo la parte cinese, è l'America ad aver invitato i cinesi).

 

La delegazione che arriva da Pechino non è stata molto contenta del fatto di essere sottoposta al test per il coronavirus prima dello sbarco, scrive Politico, ma al di là delle misure di sicurezza, il programma di questi due giorni – tre sessioni da tre ore di colloqui, al tavolo massimo dieci persone per ogni delegazione – sembra glaciale. Americani e cinesi non avranno nessun momento informale e collettivo, come spesso si fa in questi casi, per esempio a cena. E non si mettono d'accordo nemmeno sulla definizione da dare a questi colloqui: Pechino li ha chiamati "strategic summit", ma Blinken ha risposto che "questo non è un dialogo strategico. Non c'è nessuna intenzione per ora di prendere impegni successivi."

 

 Xi Jinping e l'allora vicepresidente Biden in una scuola internazionale californiana durante una visita del 2012 (LaPresse)

 

Anche questo dimostra l'estrema delicatezza dei dossier che si toccheranno ad Anchorage.

 

Da un lato c'è la questione di Hong Kong, quella della regione autonoma dello Xinjiang (l'Unione europea ieri ha sanzionato la Cina per la prima volta dal 1989 per la violazione dei diritti umani), la militarizzazione del Pacifico e l'atteggiamento assertivo cinese nel Mar cinese orientale e meridionale. Dall'altra c'è la guerra commerciale iniziata da Trump e i dazi che Biden non ha ancora sollevato. Secondo il Wall Street Journal è soprattutto questo che Yang Jiechi e Wang Yi chiederanno all'America. Come ha scritto l'analista Bill Bishop, insomma, il meeting in Alaska rischia di essere più difficile dell'ultimo, quello di giugno 2020 alle Hawaii tra Mike Pompeo e Yang Jiechi.

 

Tokyo, 16 marzo. La foto di Blinken e Austin e il primo ministro giapponese Yoshihide Suga che si "inchina" (ma solo per salutare) - foto LaPresse

 

Il capo negoziatore della Cina per gli affari commerciali con l'America è il viceprimo ministro Liu He, ma già da qualche tempo a sostituirlo ai tavoli negoziali è arrivato Yang Jiechi, ex ambasciatore cinese in America nei primi anni Duemila, che conosce molto molto bene i rapporti tra Pechino e Washington ed è considerato “l'architetto” della politica estera cinese – specialmente quella di Xi Jinping. Anche Wang Yi ricopre il ruolo di consigliere di stato per gli affari esteri sin dal 2013, cioè con l'arrivo di Xi: è un abile diplomatico molto attento soprattutto alle questioni dei paesi asiatici (parla anche giapponese, è stato ambasciatore a Tokyo).

 

Blinken in Giappone (LaPresse)

 

Quello che è certo, è che da parte americana non c'è più improvvisazione: non solo la Cina ma tutta l'Asia è una priorità dell'Amministrazione Biden. Il segretario di stato Blinken si è già occupato in passato di Cina, ma è soprattutto il Consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan a essere l'uomo-chiave in questa partita. Sullivan lavora da tempo con Kurt Campbell, californiano di 64 anni, che è stato nominato da Biden zar dell'Asia-Pacifico dentro al National Security Council. Ex vicesegretario di stato per gli affari dell'Asia orientale e del Pacifico sotto l'ex presidente Barack Obama, Kumpbell è l'autore della politica del “Pivot to Asia” di Hillary Clinton.

 

Non è un caso se la riunione di Anchorage arriva subito dopo il tour del segretario di stato Blinken e del segretario alla Difesa Lloyd Austin nei due paesi alleati dell'Asia orientale: il Giappone e la Corea del sud. E' l'inizio di un Pivot to Asia che mira a riconsolidare le amicizie con gli alleati democratici (ci sono anche Taiwan, Australia e India nei progetti di Biden), un Pivot "riadattato" a una Cina sempre più potente. 

 

Anche qui sono i dettagli a darci dei suggerimenti. All'incontro a Tokyo con il primo ministro giapponese Yoshihide Suga, Blinken e Austin hanno indossato il fiocchetto blu sul bavero della giacca, il simbolo dei cittadini giapponesi rapiti dai nordcoreani negli anni Settanta e Ottanta. Un segnale di vicinanza politica al Giappone, soprattutto per quel che riguarda la politica estera. Il governo di Shinzo Abe, e poi di Suga, con Trump alla Casa Bianca aveva tentato un riavvicinamento a Pechino: la Cina aveva apprezzato questa sorta di “emancipazione” giapponese dalle politiche americane, ma allo stesso tempo aveva continuato con un atteggiamento piuttosto aggressivo sul piano militare nelle acque del Pacifico e intorno alle isole Senkaku/Diaoyu. La visita di Blinken e Austin a Tokyo è stata commentata dai media cinesi più falchi con una fotografia in cui Suga si inchina davanti alla delegazione americana. Durante una conferenza stampa, Blinken ha detto che “la Cina usa la coercizione e l'aggressione per erodere sistematicamente l'autonomia a Hong Kong, minare la democrazia a Taiwan, abusare dei diritti umani nello Xinjiang e in Tibet e portare avanti rivendicazioni marittime nel Mar Cinese meridionale che violano il diritto internazionale”: parole molto forti subito prima di un summit, e anche piuttosto inusuali. In un altro momento, ha detto che “vari paesi, compresa la Cina, sono impegnati nella cosiddetta diplomazia dei vaccini. Ma non dovremmo legare la distribuzione o l'accesso ai vaccini alla politica o alla geopolitica”.

 

Seul, 17 marzo 2021. Austin e Blinken con il presidente sudcoreano Moon Jae-in (LaPresse)

 

La seconda tappa della delegazione americana è stata in Corea del sud, con cui Washington ha appena approvato un aumento del contributo economico per le spese militari. Qui Blinken ha parlato di Corea del nord, e ha di nuovo, ma più velatamente, accusato la Cina di fare troppo poco per la denuclearizzazione: “Abbiamo molto chiara la costante incapacità di Pechino di mantenere i suoi impegni. E abbiamo parlato di come il comportamento aggressivo e autoritario di Pechino stia sfidando la stabilità, la sicurezza e la prosperità della regione indo-pacifica”, ha detto Blinken alla controparte sudcoreana, mettendo non poco in imbarazzo il governo di Moon Jae-in, che sin dal 2017 (l'anno dell'istallazione dello scudo antimissile americano Thaad) è impegnato in un riavvicinamento con Pechino molto difficoltoso che però aveva raggiunto dei risultati. Blinken e Austin sono stati accolti a Seul da una manifestazione antiamericana che si è svolta proprio davanti all'ambasciata. 

 

Prima del tour dell'Asia orientale, il segretario alla Difesa Austin era stato alle Hawaii, al Comando delle Forze armate americane nel Pacifico, e dopo gli incontri con Blinken è volato in India - sempre per rafforzare il messaggio di una alleanza, anche militare, anticinese.

 

La posizione della Casa Bianca di Biden sulla Cina, come ampiamente previsto, è più simile a quella di Trump che a quella di Obama. Il Celeste impero guidato da Xi Jinping è ormai una potenza globale, che usa l'assertività e la coercizione per stabilire un nuovo ordine mondiale e sostituirsi all'influenza americana. Secondo diversi analisti, l'unico argomento che unirà le delegazioni americane e cinesi sarà probabilmente quello sui cambiamenti climatici: un argomento neutro, una priorità sia per Washington sia per Pechino che, politicamente, potrebbe essere un punto di partenza. Nelle stesse ore in cui si apriranno i colloqui di Anchorage, in Cina inizierà il processo contro Michael Spavor. I due cittadini canadesi Michael Spavor e Michael Kovrig sono stati arrestati poco dopo l'arresto della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, nel dicembre 2018 in Canada. I due sono stati accusati di spionaggio da allora e sono rimasti in arresto per più di due anni, senza un processo.

 

Di questo e di tutto ciò che riguarda gli affari asiatici parliamo ogni settimana su Katane, la newsletter del Foglio sull'Asia. L'ultima edizione puoi leggerla qui, se non l'hai ancora fatto, puoi iscriverti qui

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.