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Ecco perché Kurz è tanto furioso: ha sbagliato a ordinare i vaccini

David Carretta

Dopo aver attaccato l'Ue l’Austria si è accorta di aver comprato meno dosi di quante ne aveva diritto di Johnson & Johnson (1,5 milioni) e di Pfizer-BioNTech (100 mila)

Dopo l’annuncio di un’alleanza con Israele per abbandonare la strategia dell’Ue sui vaccini; dopo l’accusa rivolta alla Commissione di aver creato un “bazaar” sulle dosi; dopo aver messo in piedi una coalizione di paesi per chiedere una correzione del metodo di ripartizione delle  fiale, finalmente si inizia a capire perché il cancelliere Sebastian Kurz ha deciso di lanciare una guerra a Bruxelles. L’Austria ha sbagliato gli ordinativi e rischia di arrivare più tardi di altri paesi all’immunità di gregge. Il governo di Vienna non è l’unico tra i 27 a trovarsi in questa situazione. Ma l’agitazione di Kurz sul tema non ha pari. Il fatto è che l’Austria ha comprato meno dosi di quante ne aveva diritto di Johnson & Johnson (1,5 milioni) e di Pfizer-BioNTech (100 mila). E con i problemi di produzione di AstraZeneca, che ha annunciato un taglio delle forniture di oltre il 50 per cento per il primo e per il secondo trimestre, la campagna di vaccinazione già lenta di Kurz lo sarà ancora di più.

 

Alla ricerca di un capro espiatorio, non potendo più prendersela con l’Ue, Kurz ha sospeso dalle sue funzioni un alto funzionario del ministero della Sanità, Clemens Martin Auer, che non solo rappresentava l’Austria nel “comitato direttivo” dell’Ue sui vaccini, ma ne era anche il presidente. E’ lì che avviene quello che Kurz ha definito il “bazaar”: se un paese rinuncia alle quote che gli sono attribuite pro rata in base alla popolazione, le dosi vengono ridistribuite agli stati membri interessati.  Sabato la direttrice segretaria generale del ministero della Sanità austriaco, Ines Stilling, ha smentito il suo cancelliere spiegando che i negoziati nel comitato direttivo “hanno avuto luogo in modo trasparente ed equilibrato”.

Gran parte dei paesi dell’est ha rinunciato a quote di Pfizer-BioNTech e Moderna perché considerati troppo cari o complicati nella logistica. La Bulgaria ha comprato solo 12 milioni di dosi Pfizer-BioNTech e Moderna sui 35 milioni assegnati pro rata. A fare man bassa sono state Germania e Danimarca, ma anche altri stati membri. Martedì Kurz ha improvvisato un vertice a Vienna con i leader di Bulgaria, Croazia, Lettonia, Repubblica ceca e Slovenia per chiedere “un correttivo” alla ripartizione delle dosi. La questione sarà affrontata al Consiglio europeo della prossima settimana. Ursula von der Leyen ha spiegato che, con l’anticipo della fornitura di Pfizer-BioNTech dal terzo al secondo trimestre, il problema degli squilibri potrebbe essere risolto. Ma a una condizione: gli altri paesi dovrebbero rinunciare a una parte dei vaccini che hanno già ordinato per salvare Kurz dai suoi errori.

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