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editoriali

Mosca rallenta Twitter

Redazione

Il Cremlino punisce il social accusato di censura, con qualche difficoltà

La Roskomnadzor, l’agenzia federale che monitora le comunicazioni in Russia, ha detto che Twitter ha iniziato ieri a subire dei rallentamenti perché si è rifiutato di bloccare alcuni contenuti. Il governo russo ha detto che si tratta di contenuti che incitano al suicidio o pornografici, ma la decisione arriva dopo che il Cremlino aveva accusato la piattaforma di censura per aver cancellato e bloccato alcuni account vicini al governo, ma responsabili di disinformazione o discorsi d’odio. Secondo gli esperti è quindi difficile scindere il rallentamento dalle accuse di censura, ed è soltanto l’inizio.

 

Twitter è il social meno utilizzato, ma ha una platea molto politicizzata e le nuove disposizioni dell’agenzia sarebbero quindi la realizzazione in piccolo del progetto dell’internet sovrano sul modello cinese. Un modello troppo costoso per Mosca e accantonato. L’idea di rallentare Twitter è un primo passo verso ulteriori limitazioni di internet, volute dal Cremlino soprattutto ora che l’opposizione al presidente russo Vladimir Putin ha imparato bene a muoversi online – si organizza sui social e lì fa campagna. Ma quello contro Twitter è un esperimento non del tutto riuscito. Mentre il social veniva effettivamente rallentato, i siti del governo e delle agenzie federali, inclusa la Roskomnadzor, erano inaccessibili. Le autorità hanno detto che non c’era nessun collegamento, ma Andrei Soldatov, giornalista investigativo ed esperto di questioni informatiche, ha scritto, su Twitter, che l’interruzione dei siti governativi dimostra che le capacità tecniche della Russia rimangono limitate. La volontà di stringere la libertà online c’è, ci sono però anche molte difficoltà e per i russi l’incompetenza delle agenzie federali è quasi una sicurezza di pluralismo. Tutto questo riporta indietro di tre anni, quando la stessa Roskomnadzor decise di bannare l’app di messaggistica istantanea Telegram, senza riuscirci. Le piazze si riempirono di aeroplanini bianchi, il simbolo dell’applicazione, e tutti, deputati della Duma inclusi, continuarono a usare Telegram.

 

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