Editoriali
La prima bocciatura di Biden
Neera Tanden ritira la candidatura. L’ostilità repubblicana c’entra solo in parte
Il presidente Joe Biden ha ritirato la candidatura di Neera Tanden a capo dell’Ufficio del Budget americano: gliel’ha chiesto lei, non aveva i voti per la conferma al Senato. Si tratta della prima bocciatura dell’Amministrazione Biden, il primo colpo alla politica dell’unità e bipartisan cara al presidente, il primo scontro di potere dentro al governo e al Partito democratico stesso, tutti schierati con Neera, o contro. Ma c’è qualcosa di più, visto che la domanda che tutti fanno ora è: chi ha ucciso la candidatura della Tanden, i repubblicani o i sandersiani? Forse quando sarà nominato il sostituto si saprà la risposta, ma intanto colpisce il silenzio dell’ala più a sinistra del partito, delle donne di quest’ala, solitamente così rumorose, soprattutto quando a essere azzoppata è una donna competente, battagliera, nonché la prima-donna-di-colore a guidare l’Ufficio del Budget, che è quello che governa tutte le spese federali, e quindi è cruciale.
Leader di uno dei think tank liberal più influenti degli ultimi vent’anni, il Center for American Progress, consigliera (e amica) di Hillary Clinton nella campagna presidenziale del 2016, la Tanden ha avuto problemi fin dall’inizio. I repubblicani ce l’avevano con lei per i suoi tweet acidi e offensivi, un ostacolo insormontabile sulla strada dell’unità e del dialogo. Durante le audizioni, la Tanden si è scusata per quei tweet, e ne ha cancellati anche un migliaio (in quelle audizioni c’era un incantesimo: i repubblicani parevano essersi dimenticati che cosa ha twittato negli anni Donald Trump), ma non è bastato, neppure ai più moderati tra i conservatori. Alla vigilia del ritiro, alla Cnn il senatore Bernie Sanders ha detto: “La Tanden non ha i voti, vedremo cosa accadrà in futuro”. Ma il suo voto quale sarà, senatore? “Deciderò sul momento”. Che è il motivo di questa bocciatura: non tanto e non solo la signora dura, cattiva, battagliera, ma l’amica di Hillary, la figlia di un establishment sotto attacco, pur essendo sulla carta l’espressione perfetta del manuale di scelta adottato dall’Amministrazione Biden.
la sconfitta del dittatore