Nicolas Sarkozy condannato a tre anni

Mauro Zanon

Per il giudice del tribunale correzionale di Parigi l'ex presidente è colpevole di corruzione e traffico di influenze. L'ultimo atto del processo sullo scandalo delle intercettazioni che lo perseguita dal 2014

Non era mai successo nella storia della Quinta Repubblica francese. Il tribunale correzionale di Parigi ha condannato l’ex presidente Nicolas Sarkozy a tre anni di prigione (due con la condizionale) per corruzione e traffico di influenze nell’ambito del cosiddetto “affaire des écoutes”, lo scandalo delle intercettazioni che lo perseguita dal 2014, ossia da quando la giustizia ha scoperto la sua linea telefonica segreta, a nome di Paul Bismuth, e la promessa di un incarico prestigioso a un magistrato in cambio di informazioni coperte dal segreto istruttorio sul dossier Bettencourt.

 

A dicembre, i pubblici ministeri del Pnf (Procura nazionale finanziaria francese, ndr) avevano chiesto una condanna a quattro anni di reclusione, di cui due con la condizionale, sia per l’ex inquilino dell’Eliseo, sia per le altre due persone coinvolte nell’affaire, il suo avvocato Thierry Herzog e il magistrato Gilbert Azibert, a cui aveva promesso un posto al Consiglio di stato nel Principato di Monaco. Il capo del Pnf, Jean-François Bonhert era venuto di persona il giorno della requisitoria per difendere l’operato della sua procura e respingere le accuse di “regolamento di conti politico” piovute dal clan Sarkozy. “Un processo non è una vendetta privata, politica o istituzionale. Nessuno qui cerca di vendicarsi di un ex presidente della Repubblica (…) Sì, signor Sarkozy, signor Herzog e signor Azibert, avrete diritto a una giustizia imparziale”, dichiarò Bonhert.

 

Dalle conversazioni intercettate, come sottolineato dall’accusa durante la requisitoria, sarebbe emerso “il patto di corruzione” tra Sarkò, Herzog e Azibert: “un entrismo all’interno del più alto organo giudiziario francese” accanto a “una dissimulazione attraverso l’utilizzazione di linee telefoniche occulte”, secondo le parole dei procuratori. Per l’ex capo dello stato francese si tratta del primo di una serie di processi che lo vedranno protagonista nel 2021. Il prossimo appuntamento è il 17 marzo, per lo scandalo “Bygmalion”, sui presunti finanziamenti illegali della campagna presidenziale del 2012.

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