Censura in Cina
La lotta di Pechino contro la Bbc
Propaganda, censura e l'immagine che il Partito comunista cinese vuole vendere di sé al mondo
Il giornalismo internazionale che vuole raccontare la Cina è inconciliabile con la propaganda del governo. Lo scontro con Washington e Londra
L’ente che regola l’informazione in Cina ha vietato la trasmissione dei programmi del canale televisivo Bbc World News, che già nel paese era molto limitato. Si poteva guardare soltanto in alcuni alberghi di lusso e zone abitate da stranieri. Secondo Pechino, il canale avrebbe “violato in modo grave” le leggi sull’informazione vigenti in Cina. L’ente non dice come sarebbero state violate le regole, ma il contenzioso tra la Cina e la Bbc va avanti da un po’. Nei giorni scorsi funzionari e media di Pechino avevano criticato le inchieste del canale britannico sullo Xinjiang, la regione abitata dalla minoranza musulmana degli uiguri costretta in campi di rieducazione.
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- Micol Flammini
Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.