Anche lo Stato islamico in Siria è "clinicamente morto"
Un rapporto con molte informazioni spiega che il gruppo terrorista riparte con forza da una zona desertica
Lo Stato islamico in Siria sta facendo una cosa che non aveva mai fatto prima: minimizza l’intensità e la frequenza delle sue operazioni nella propaganda che fa circolare sul web. Il numero degli attacchi e degli omicidi mirati nel centro e nella parte orientale del paese è in aumento, ma la divisione media del gruppo terrorista invece che magnificare queste azioni come aveva sempre fatto le copre. I comunicati che prima mostravano foto di combattenti, di armi e di veicoli adesso sono scarni, sono più rari, non mostrano quasi nulla e danno un quadro della situazione meno grave della realtà. Il motivo di questa scelta è abbastanza semplice da capire. Lo Stato islamico riguadagna terreno in Siria e non vuole farlo sapere troppo in modo da ritardare il più possibile l’attenzione internazionale. Questo ritorno avviene sia nella parte centrale del paese a ovest del fiume Eufrate, che è controllata dalle forze del regime di Bashar el Assad, sia nella parte orientale, a est del fiume, che è sotto il controllo delle milizie curde.
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- Daniele Raineri
Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)