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A dodici mesi dal caso zero, Wuhan festeggia il Capodanno in piazza

Negli ultimi mesi la città, epicentro della pandemia, è stata dichiarata in gran parte libera da virus. Ma un recente aumento dei casi in varie città cinesi ricorda che non è ancora finita. A breve il team dell'Oms in Cina per indagare sull'inizio della pandemia. Una mappa del wetmarket ottenuta dal South China Morning Post e la teoria difensiva di Pechino

Sono passati dodici mesi da quando l'Oms ha ricevuto per la prima volta notizie di casi di polmonite con cause sconosciute a Wuhan, che in seguito divenne nota come il primo focolaio di Covid-19 al mondo. Nella mezzanotte di venerdì grandi folle sono scese nelle piazze di Wuhan, per celebrare l'arrivo del 2021. La città cinese passa così da epicentro della pandemia di nuovo coronavirus, tra la fine di gennaio e l'inizio aprile, a simbolo della ripartenza (in salsa cinese). Come da tradizione, centinaia di persone si sono radunate davanti al vecchio edificio della Dogana di Hankow, uno dei luoghi più famosi della città per il Capodanno. Quando il vecchio orologio dell'edificio ha segnato la mezzanotte, sono stati lanciati palloncini in aria, tra applausi e auguri. 

  

Negli ultimi mesi Wuhan è stata dichiarata in gran parte libera da virus e negli ultimi giorni ha vaccinato una parte dei cittadini. Ma un recente aumento dei casi in varie città cinesi, ci ricorda che la pandemia non è ancora finita. Un team di esperti dell'Oms dovrebbe arrivare in Cina nel gennaio 2021 per indagare sulle origini della pandemia. Secondo diversi osservatori il governo di Wuhan ha molte responsabilità nella gestione delle prime fasi della pandemia: non ha ammesso l’esistenza di casi di coronavirus nelle prime due settimane di gennaio e solo il 19 il pubblico è stato informato che il virus era contagioso, mentre ormai da molti giorni i residenti stavano già intasando gli ospedali con sintomi di infezioni polmonari. 

    

Il South China Morning Post, quotidiano in lingua inglese di Hong Kong, è riuscito a ottenere in esclusiva una mappa “segreta” del mercato di Wuhan dal quale avrebbe avuto inizio ogni cosa. Una persona “che ha familiarità con le indagini iniziali condotte nel mercato”, dice il quotidiano, e che vuole restare anonima per paura di ripercussioni da parte del governo cinese, ha fornito al giornale una planimetria mai pubblicata prima del wetmarket “Huanan”, che fornisce una sorta di istantanea del contagio all’interno di quello che è ritenuto l’epicentro dell’epidemia: mostra per la prima volta dove le prime persone infette hanno lavorato o fatto acquisti, con la loro esatta collocazione all’interno del mercato con i vari settori e le bancarelle codificate per colore. Il documento si basa sui dati raccolti dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) a gennaio, e fin o ad oggi non era mai stata resa pubblica. Mostra anche quale delle 653 bancarelle del mercato è risultata positiva al virus dopo che gli scienziati avevano prelevato i campioni. Il documento è una nuova prova che le autorità cinesi hanno mentito quando hanno dichiarato di non avere prelevato campioni dagli animali presenti sulle bancarelle del mercato, ma soltanto dall’ambiente, nel tentativo di negare l’origine cinese del virus. Le autorità di Pechino insistono a dire che l’infezione non era presente tra gli animali del mercato bensì sulle confezioni di surgelati in vendita.

 

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