Sanzioni sì, sanzioni no
La Pax Mediterranea di Macron scommette sulle casse vuote di Erdogan
Quanto è dura per il sultano mostrare i muscoli all'estero se in patria non hai più una lira
La crisi tra Francia e Turchia continua, ma il rinvio del Consiglio europeo potrebbe essere un'opportunità per rilanciare la diplomazia
Il pericoloso balletto diplomatico tra Francia e Turchia nel Mediterraneo orientale, in vista del Consiglio europeo del 1° ottobre, potrebbe prendere una svolta decisiva. Le provocazioni reciproche durano da diversi mesi: prima c’è stata la ripresa delle esplorazioni energetiche dei turchi nelle acque greche e cipriote, poi le provocazioni in mare aperto con le navi militari francesi, quindi la minaccia europea di sanzioni e infine la aperture al dialogo. In attesa del prossimo capitolo, sia Parigi sia Ankara sembrano usare la stessa tattica, quella di alternare manovre e parole bellicose a toni più concilianti: in ballo c’è quella che Emmanuel Macron ha definito “Pax Mediterranea”, i cui equilibri precari sono messi in pericolo dal sultano turco Recep Tayyip Erdogan.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Luca Gambardella
Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.