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Terrorismo QAnon

Daniele Raineri

Il culto dei complottisti americani (che ha presa pure in Italia) è pericoloso e crea attentatori. La pandemia doveva farci diventare più razionali, invece avvantaggia i fanatici

Sono uscite due ricerche su QAnon (si pronuncia qiù-piccola pausa-enòn, abbreviazione di Q Anonymous, Q l’anonimo) ricche di informazioni. La prima sostiene che la pandemia di Covid-19 che ha travolto il mondo e in particolare gli Stati Uniti è stata una benedizione per il movimento complottista che segue Q l’anonimo. Credevamo che il virus e la successiva crisi dell’economia sarebbero stati l’inizio del ritorno alla razionalità – dopo anni di populismo in politica, di antivaccinismo, di eccessi e altre degenerazioni assortite. Invece questi mesi hanno fatto da propellente per l’ascesa del culto di QAnon (lo studio è “The Genesis of a Conspiracy Theory”, dell’Institute for Strategic Dialogue di Londra). La seconda ricerca spiega che l’ideologia di QAnon potrebbe spingere alcuni individui, da soli oppure in gruppo, a compiere attacchi. Già l’anno scorso l’Fbi (l’agenzia americana che si occupa dei crimini federali) aveva inserito QAnon tra le possibili minacce alla sicurezza – è la prima volta che succede a una teoria del complotto – ma questa nuova ricerca fa il punto su alcuni casi reali di violenza legati a Q (il secondo studio è: “The QAnon Conspiracy Theory: A Security Threat in the Making?”, del Combating Terrorism Center di West Point)

Che cos’è QAnon? I prossimi tre paragrafi sono dedicati a chi non conosce il culto o desidera leggerne di nuovo la storia. QAnon è una teoria del complotto nata il 27 ottobre 2017. Sostiene che il mondo è controllato da una cabala di potenti pedofili che detengono tutti i posti che contano, tengono segreta la loro esistenza e hanno la loro base in America. Questa cricca è dappertutto, dai palazzi di Washington ai set di Hollywood, e non ha avversari in grado di smascherarla e di batterla. Poi però Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti e questo ha cambiato tutto. Trump conosce la situazione ed è impegnato in una lotta senza quartiere contro la cabala diabolica. Per adesso agisce in segreto ma prima o poi ci sarà uno scontro risolutivo che avverrà davanti a tutti: sarà la Tempesta, the Storm, che quelli di QAnon aspettano con grande eccitazione, e sarà la fase che precede l’ingresso dell’umanità intera in una nuova Età dell’oro. Corollario: se ti opponi a Trump o se lo critichi allora vuol dire che fai parte oppure sei complice della cricca pedofila-satanista.

     


E’ un culto così complicato che c’è da scommettere che gli adepti italiani siano genericamente innamorati dello scenario in bianco e nero


    

A rivelare tutte queste cose è il profeta del movimento, un anonimo che si fa chiamare Q e pubblica ogni tanto poche frasi sconnesse su un forum internet (a partire, come si è detto, dal 27 ottobre 2017). Le frasi sono abbastanza ambigue e sibilline da poter significare qualsiasi cosa, anzi il culto incoraggia i suoi seguaci a trovare la propria interpretazione e questo scatena ogni genere di congettura. Quando invece Q offre previsioni verificabili non ci azzecca mai. Il nome Q deriva dalla clearance Q, che è il nome del livello di autorizzazione necessario per maneggiare informazioni riservate che si usa nel dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Q sostiene di avere questo tipo di autorizzazione e che grazie a essa è in grado di rivelare informazioni agli adepti (il forum dal quale parla Q identifica gli autori con un codice che è necessario per l’accesso, quindi sappiamo almeno questo: non c’è una moltitudine di gente che al mattino si sveglia e pretende di essere il vero Q, chi sta dietro a Q è sempre lo stesso oppure gli stessi).

      

Se finora suona come l’inizio di una buona serie in streaming, ecco la delusione: la trama nel mondo di Q va avanti a colpi di rivelazioni molto sceme, di una scemenza molto calcata, puerile, logorante. Se fosse una sceneggiatura perderebbe interesse per colpa degli eccessi, suonerebbe come una parodia. Secondo quelli di Q il presidente Trump nella sua guerra alla cabala pedofila avrebbe già preso decisioni durissime che però il grande pubblico non conosce ancora – tranne quelli che seguono Q: Hillary Clinton è agli arresti domiciliari, Barack Obama è stato arrestato e giustiziato, Bernie Sanders è stato catturato e mandato a Guantanamo, nel carcere di massima sicurezza dove sono rinchiusi i sospettati di al Qaida. La lista dei complici della cricca pedofila-satanista che sono stati arrestati e giustiziati è lunga, pesco a caso qualche nome: l’attrice Demi Moore, l’ex vicepresidente Dick Cheney, l’attore David Schwimmer (il Ross della serie “Friends”), Brad Pitt, Bill Gates e tantissimi altri. Britney Spears è all’ergastolo. Papa Bergoglio è stato arrestato anche lui. In pratica QAnon è un grande mix che prende di mira gli oppositori politici di Trump ma finisce per tirare dentro anche la cultura pop americana. Alla fine risulta che tutti quelli che stanno antipatici ai repubblicani per un motivo o per l’altro fanno parte del complotto. Per fare tutto questo Trump può contare sull’aiuto del suo grande collaboratore, il procuratore speciale Robert Mueller – che il mondo conosce perché per due anni ha guidato l’inchiesta sul Russiagate che voleva fare chiarezza sulla possibile collusione tra il presidente e la Russia. In realtà Mueller ha soltanto finto di condurre l’inchiesta contro Trump ma lavora per lui. Da questo si capisce che se credi a QAnon allora credi anche che i media raccontino il mondo a rovescio.

La comunità online reagisce

Nella realtà, Barack Obama, Papa Bergoglio e Brad Pitt (e tutti gli altri) vanno avanti con le loro vite, ma secondo quelli di QAnon si tratta di una finzione proiettata davanti agli occhi della popolazione. Il problema è che la Tempesta promessa tarda ad arrivare, Mueller è sparito dalla scena (eppure agli inizi era uno dei personaggi centrali della teoria del complotto) e quindi gli adepti di Qanon consumano le loro giornate a elaborare congetture sempre più contorte e infantili (che si scambiano fra loro anche grazie a una app creata apposta) per spiegare perché, tanto per dirne una, i presentatori tv che loro credono siano stati arrestati da Trump continuano invece a comparire con regolarità in televisione. E’ un culto così complicato che c’è da scommettere che gli adepti italiani non conoscano questi capitoli e siano genericamente innamorati dello scenario in bianco e nero proposto dai predicatori di Q: “I democratici sono una cricca satanica e invece Trump è il nostro idolo”. Sarebbe interessante chiedere loro se credono davvero che Brad Pitt oppure Angela Merkel siano stati arrestati e giustiziati da Trump. Hanno comprato il pacchetto completo senza guardare cosa c’era dentro?

   


Gli adepti hanno molta libertà. Possono aggiustare le loro convinzioni o fondere insieme altre teorie del complotto


    

QAnon in parte rimedia a questo problema lasciando come si è detto molta libertà ai fedeli. Possono aggiustare le loro convinzioni di prima per adattarle a QAnon, possono fondere altre teorie del complotto con QAnon, possono attaccare ogni genere di cosa a QAnon con un procedimento a catena che porta in direzioni infinite. QAnon ingloba tutto quello che i suoi adepti vogliono e va bene per tutte le stagioni, per gli antisemiti, per i suprematisti bianchi, per gli ecologisti mistici, per quelli che negli anni Novanta volevano lottare contro il Nuovo Ordine Mondiale. Anche “Plandemic”, il video complottista che sostiene che la pandemia è stata pianificata e che è stato visto da milioni di persone prima di essere cancellato dai grandi social, è stato adottato da QAnon. Soros, i banchieri Rothschild, i rettiliani: QAnon digerisce ogni cosa. E’ come il Pantheon romano che accettava le divinità di altri paesi, basta che più o meno trovassero una loro collocazione subalterna. Questa è una delle ragioni probabili del successo di Q. Non devi abbandonare la vecchia teoria del complotto a cui eri affezionato, devi soltanto aggiornarla al nuovo format più largo – come fai a intervalli regolari con il sistema operativo dello smartphone.

   

QAnon era stato preceduto da altri Anon, per esempio FbiAnon, che pretendeva di essere una fonte dell’Fbi, CiaAnon che pretendeva di essere una fonte della Cia, oppure HLIAnon, High Level Insider Anonymous, un impostore che diceva di essere “di alto livello”, ma nessuno di questi ha riscosso il successo di Q. QAnon ha creato un seguito che per molte caratteristiche assomiglia a una religione. A febbraio sono cominciate le messe domenicali della Omega Kingdom Ministry, una congregazione di neocarismatici – una costola dei cristiani evangelici – che interpreta la Bibbia secondo QAnon e viceversa.

  

YouTube ha avuto un ruolo fortissimo nell’ascesa di QAnon. Fin da subito i fanatici si sono messi a produrre e a distribuire video per fare proseliti. L’algoritmo della piattaforma, come si sa, per anni ha premiato i video più complottisti tra quelli che fa ruotare davanti agli occhi degli spettatori. I video complottisti attraggono di più dei video normali, creano assuefazione e quindi rendono di più – è il ragionamento che hanno fatto quelli di YouTube – quindi perché non farli circolare il più possibile? Così succede che cerchi un video musicale ma il sito nella colonnina di destra ti suggerisce un video sui rettiliani che dominano il governo americano. In questa gara truccata, QAnon è andato alla grande fino a quando di recente YouTube, dopo molte proteste, ha cominciato a correggere l’algoritmo e a tenere i video complottisti meno al centro della piattaforma. Ma ormai il danno era fatto. Tutta questa situazione è figlia di un algoritmo commerciale per avere più visualizzazioni.

      

L’Amministrazione Trump intrattiene con quelli di QAnon un’alleanza finto distaccata. E’ chiaro che il presidente non vuole respingere o deludere i fanatici che lo venerano, quindi lascia cadere qui e là qualche incoraggiamento. Tanto il bello degli iniziati è che passano il tempo a decifrare qualsiasi cosa come se fosse rivolta a loro. Talvolta è davvero rivolta a loro: l’ex generale Mike Flynn, che è stato consigliere per la Sicurezza nazionale di Trump e che comandava le forze speciali in Iraq, il 20 luglio ha fatto un video con la sua famiglia nel quale giura di difendere la Costituzione – e fin qui nulla di male – ma era un giuramento che in quei giorni facevano tutti i seguaci di QAnon, con l’hashtag #taketheoath. Per levare ogni dubbio Flynn, uno che aveva accesso a tutti i segreti del paese, alla fine del video dice: “For Where We Go One We Go All”, dove va uno di noi andiamo tutti, che è il motto del culto (fateci caso sui social, è: WWG1WGA). Tra i candidati americani alle elezioni di novembre per i seggi al Senato almeno sessanta hanno espresso in qualche modo simpatie per Qanon. La candidata repubblicana per lo stato della Georgia è un’adepta dichiarata ed è la favorita per la vittoria. Non vuol dire che tutti gli americani si siano convertiti di colpo a Q, ma è probabile che il culto conti qualche decina di migliaia di simpatizzanti.

    

Dalla comunità online ai fucili

La seconda ricerca delle due menzionate è apparsa su The Sentinel, la rivista di antiterrorismo per addetti ai lavori pubblicata ogni mese a West Point. Di solito si occupa di Stato islamico, estrema destra e al Qaida e quindi è già significativo che abbia deciso di affrontare l’argomento QAnon. Cita un rapporto dell’Fbi che risale al maggio 2019 e che spiega un punto fondamentale: questo complotto ha una vita propria grazie al contributo quotidiano di migliaia di fanatici e quindi reagisce in tempo reale alle notizie. Non è un complotto statico – che si ferma al momento della rivelazione e non chiede altro – è un culto si aggiorna tutte le mattine con i fatti del giorno e anima tutta una comunità sparsa negli Stati Uniti e fuori. Se qualcuno attacca Trump, la comunità reagisce. Inquadra alcune persone come nemici e da nemici a bersagli il passo è breve. “Considerato l’aumento di volume delle teorie complottiste grazie ai moderni metodi di comunicazione, è logico supporre che individui predisposti mentalmente all’estremismo saranno esposti a teorie del complotto potenzialmente pericolose, accetteranno quelle che coincidono con le loro convinzioni e possibilmente eseguiranno azioni criminali o violente”, scrivono gli analisti dell’Fbi. Il rapporto nota che QAnon è diverso dalle altre organizzazioni come i gruppi di estrema destra e jihadisti perché non c’è un capo che impartisce ordini. Non c’è una struttura centralizzata e un’interpretazione unica delle profezie di Q. Ma questo non esclude, come si è visto, il pericolo (viene in mente un famoso ideologo di al Qaida negli anni Novanta, Abu Musab al Suri, che in un suo trattato lunghissimo su come e perché compiere attacchi terroristici raccomandava: “Nizam, la tanzim”, che in arabo vuol dire: “Sistema, non organizzazione”. Voleva dire che le organizzazioni sono spazzate via, le idee invece continuano a circolano e creano nuovi esecutori).

    

The Sentinel cita il caso di Matthew Phillip Wright, un ex marine di trent’anni disoccupato che il 15 giugno del 2018 ha piazzato di traverso un camion su un ponte che attraversa il fiume Colorado e con un cartello ha chiesto che il dipartimento di Giustizia rendesse pubblico un rapporto sulle mail di Hillary Clinton. I seguaci di QAnon avevano fatto del rapporto una loro ossessione perché sostenevano che contenesse le prove del loro culto. Ma Wright non si era accorto che il dipartimento di Giustizia aveva reso pubblico il rapporto il giorno prima – e non conteneva rivelazioni scandalose (Wright non era un genio del male). L’ex soldato aveva tentato di scappare con il camion, era finito su una di quelle barriere chiodate che squarciano le gomme, la polizia lo aveva catturato e aveva trovato nel veicolo due fucili d’assalto, due pistole e novecento proiettili. Dalla prigione Wright aveva scritto lettere – anche al presidente Trump – di contenuto QAnonista, incluso il motto: “For Where We Go One We Go All”. Perché dove va uno di noi, andiamo tutti.

     


YouTube ha avuto un ruolo fortissimo nella divulgazione. E’ probabile che il culto conti qualche decina di migliaia di simpatizzanti


     

Un altro caso citato è quello di Anthony Comello. Il 13 marzo 2019 Comello, un muratore precario di 24 anni che viveva a New York, si presentò con una pistola a casa di Francesco Cali, un boss della famiglia mafiosa Gambino, per eseguire un arresto da privato cittadino (è la stessa cosa che quelli del generale Pappalardo tentarono di fare contro un politico a Montecitorio in Italia). Comello in quel periodo, come dimostrerà il suo avvocato, era ossessionato da QAnon e dai siti che parlavano di QAnon. Si era presentato alla corte federale di Manhattan per chiedere l’arresto di Nancy Pelosi, la leader dei democratici al Congresso, e del sindaco di New York Bill De Blasio – anche lui un democratico – che per lui facevano parte della cabala. Anche Cali, secondo Comello, era un membro del Deep State (Deep State è un altro nome che quelli di Q danno alla cricca: così quando Trump parla di Deep State per indicare i funzionari dell’Amministrazione che non gli sono fedeli loro interpretano le sue parole come una conferma del loro culto). Non è chiaro cosa sia successo a quel punto, ma è probabile che Cali abbia trattato Comello come un disturbatore demenziale e Comello lo abbia ucciso a pistolettate. Il primo giorno di processo si è presentato in tribunale con una Q tracciata con un pennarello sul palmo della mano, tre mesi dopo è stato riconosciuto come infermo di mente.

    

Jessica Prim è una spogliarellista di 37 anni che a fine aprile ha guidato dall’Illinois a New York con un veicolo pieno di coltelli (almeno diciotto) per due giorni. Durante il viaggio faceva delle dirette Facebook in cui annunciava l’intenzione di uccidere Joe Biden, colpevole di essere un membro del Deep State coinvolto nel traffico di bambini. La Prim è andata su un molo del porto di New York perché voleva raggiungere la nave ospedale USNS Comfort, che è arrivata per aiutare la città a fare fronte all’emergenza Covid. Secondo il culto di QAnon, la nave in realtà è stata mandata a salvare i bambini dal Deep State, ma su questo la Prim nei suoi due giorni di dirette faceva confusione, un po’ sosteneva questa tesi un po’ diceva che i bambini erano tenuti in ostaggio sulla nave. Tuttavia ha sbagliato e si è avvicinata a un’altra nave militare, la USS Intrepid. E’ stata arrestata.

    


  “E’ già una comunità, ma per adesso non la vedo evolversi verso una cellula”, ci dice uno studioso, autore di un paper recente


    

Come si vede, si tratta di casi borderline. QAnon spinge persone singole e disturbate a compiere attacchi. Lo studio dice che un aumento della frequenza di questi attacchi non soltanto è possibile, ma anche probabile e che QAnon ha dimostrato la capacità di radicalizzare persone “a una velocità allarmante”. Chiediamo a uno dei due autori, Amarnath Amarasingham, un professore specializzato nello studio delle religioni e dell’estremismo, se vedremo anche cellule terroristiche di più persone ispirate a QAnon: “E’ già una comunità, ma per adesso non la vedo evolversi verso una cellula come la intendiamo in senso tradizionale”, quindi come le cellule dello Stato islamico che si chiudono in appartamenti e organizzano attentati. Il modello è più quello dell’attacco di Hanau, in Germania, a febbraio, dove un complottista con idee di estrema destra uccise nove persone, inclusa sua madre. Twitter, che vede il problema in arrivo, a partire dal 21 luglio ha cominciato una campagna per sradicare quelli di Q dalla sua piattaforma, ha sospeso settemila account e ha limitato le attività di altri centocinquantamila. C’è da ricordare che Twitter è nel mezzo di cause costose perché nel 2013 e 2014 non ha eliminato gli account dello Stato islamico che facevano propaganda sulla sua piattaforma e quindi è ritenuto da alcuni corresponsabile. Ma nel caso di QAnon c’è più imbarazzo a procedere, alcuni di quegli account sono stati rilanciati dal presidente e dai suoi figli.

    

Grazie Russia!

QAnon e i suoi seguaci seguono un frullato di teorie e influenze diverse, ma nascono in particolare come sequel del Pizzagate – una teoria del complotto che sostiene che una pizzeria di Washington fosse il luogo dove un gruppo di potenti politici democratici trafficava minori. Il 4 dicembre 2016 un ventottenne armato con un fucile e una pistola, Edgar Maddison Welch, entrò nella pizzeria “per salvare i bambini”. Quando scoprì che era soltanto una pizzeria e non un covo di pedofili, si arrese alla polizia. Il complotto che aveva radicalizzato Welch girava molto su YouTube e su alcuni siti trumpiani e si basava su alcune mail di John Podesta, il capo della campagna elettorale di Hillary Clinton. Sappiamo che i servizi segreti russi avevano hackerato le mail del Partito democratico e le avevano riversate online. Secondo i complottisti, le mail contenevano parole in codice che dimostravano la colpevolezza dei democratici e portavano al traffico di bambini e a quella pizzeria di Washington (non era vero nulla e il Pizzagate è spesso citato come esempio di complotto che crea radicalizzazione online). Il culto di QAnon è nato dall’incrocio tra il complotto Pizzagate che si basava su mail rubate in un’operazione dei servizi russi e l’algoritmo di YouTube disegnato per sfruttare la credibilità dell’audience. E invece che perdere forza e sostenitori e sparire, è in crescita.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)