Lukashenka, fai sul serio con Putin?
Con l'arresto dei mercenari della Wagner il dittatore bielorusso vuole dimostrare ai suoi cittadini che Minsk non prende ordini dal Cremlino. Però finora è sempre tornato a Mosca
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Roma. In Bielorussia sono stati arrestati trentatré uomini della Wagner, la compagnia privata di mercenari russi presente in molte delle aree di guerra in cui Mosca ha interessi strategici: Ucraina orientale, Siria, Libia. A dare la notizia è stata l’agenzia di sicurezza statale di Minsk, il Kdb, che ha concluso l’operazione in un hotel a Minsk . I servizi hanno detto di essersi insospettiti perché per essere russi e per essere turisti avevano atteggiamenti strani: “Non bevevano”. Gli uomini sono accusati di atti terroristici: volevano, secondo il Kdb, destabilizzare il paese prima delle elezioni presidenziali del 9 agosto. Questa campagna elettorale è piena di sorprese e di difficoltà per il dittatore Aljaksandr Lukashenka, presidente da ventisei anni. In tanti avrebbero voluto candidarsi, due dei maggiori oppositori sono stati arrestati (Babarika e Tikhanovski), all’ex ambasciatore negli Stati Uniti Tsepkala non è stato permesso di presentare la sua candidatura ed è fuggito per non farsi arrestare. Alla fine, la maggior sfidante del presidente è Svetlana Tikhanovskaya, casalinga, ex insegnante, che ha deciso di entrare in politica per portare avanti la campagna elettorale del marito in prigione: il blogger Sergei Tikhanovski, ideatore della protesta delle pantofole – i bielorussi nei mesi scorsi sono scesi in piazza con le pantofole in mano “per schiacciare Lukashenka”.
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