Merkel accoglie Rutte e tra “disciplina e parsimonia” scopre il prezzo di un “sì”
Il premier olandese usa le negoziazioni europee per fini interni, ma anche lui sa che bisogna arrivare a un compromesso
-
Merkel si carica l'Ue sulle spalle
-
La sovranità, quella bella
-
La politica estera del semestre europeo della Germania
-
I “sei pilastri” per arrivare a un compromesso sul Recovery Fund
-
"Ecco il piano per spendere i soldi del Mes". Parla Speranza
-
L'Italia e il Pnr. Cosa possiamo apprendere dagli altri paesi. Lezioni
-
Il buono, il Rutte il cattivo
Roma. A febbraio, quando i capi di stato e di governo si erano incontrati a Bruxelles per discutere il bilancio pluriennale, e se ne erano tornati a casa senza nulla di fatto, si diceva che Angela Merkel si fosse infastidita per “il comportamento infantile” del premier olandese. Il coronavirus non era ancora un affare europeo e discutere del budget era, come ora, una questione di fazioni. I frugali di qua e gli amici della coesione di là. C’erano più sfumature di adesso, i semifrugali e i defilati, ma discutere di denaro non era ancora una questione legata alla sopravvivenza dell’Unione europea, ma già in quei giorni la cancelliera non vedeva bene l’atteggiamento di Mark Rutte, che dei frugali è il capo informale.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE