All'Eurogruppo il nord batte il sud
Al posto di Centeno eletto l’irlandese Donohoe. Potrebbe essere l’uomo giusto
-
Il fronte dei frugali si è spaccato. Rimane un no, anzi un Nej
-
Perfezionare il Mes
-
Europeismo sistemico
-
I tempi (lunghi) del Recovery fund
-
Tutti gli occhi dell'Eurogruppo su Nadia Calviño, garante della stabilità di Sánchez
-
Sánchez vuole una voce in Ue e ha un programma per convincere i frugali
-
Per la prima volta l'elezione del capo dell'Eurogruppo è una faccenda molto politica (e agitata)
-
I “sei pilastri” per arrivare a un compromesso sul Recovery Fund
-
Chi è il centrista Paschal Donohoe, che sul Recovery fund vuole pensarci bene
-
Che fine ha fatto il nuovo Mes?
I ministri delle Finanze della zona euro hanno eletto l’irlandese Pascal Donohoe per guidare l’Eurogruppo. In un voto che ha mostrato una spaccatura praticamente a metà sulla politica fiscale e macroeconomica da condurre nell’unione monetaria, i piccoli nordici hanno battuto i grandi e il club Med. La spagnola Nadia Calvino era sostenuta da Germania, Francia e Italia. Ma Donohoe potrebbe essere l’uomo giusto per restaurare l’autorità dell'Eurogruppo. “Make Eurogorup Great Again”, era lo slogan dei paesi della Lega Anseatica che lo hanno sostenuto. Gli anni di presidenza di Mario Centeno sono stati al di sotto delle aspettative. Il portoghese ha ottenuto un accordo sul Mes senza condizioni per la pandemia coronavirus. Ma per il resto si è limitato al ruolo di notaio delle divisioni tra i diciannove senza essere in grado di chiudere dossier importanti. Il bilancio della zona euro è stato prima svuotato di soldi e contenuto, e poi cancellato causa Recovery Fund.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE